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Disturbo bipolare: una vita difficile, ma come si riconosce?

Da Redazione

Marzo 26, 2018

Disturbo bipolare: una vita difficile, ma come si riconosce?
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Il Disturbo bipolare, a cui si dedica la giornata mondiale del 30 marzo, compleanno di Vincent Van Gogh, il grande pittore olandese che ne era affetto.

Il disturbo fa vivere periodi di eccitazione (fase maniacale) alternati a periodi di depressione (fase depressiva). Secondo alcuni studi realizzati con Risonanza Magnetica funzionale hanno messo in evidenza alterazioni nella struttura e nelle funzioni cerebrali di chi ne soffre.

Disturbo bipolare, una vita difficile

 

Chi soffre di un disturbo bipolare non vive proprio alla grande, dato che gli episodi di mania o depressione si ripetono di frequente.

Secondo un recente studio pubblicato sul Journal of Affective Disorders da Michael Gitlin e David Miklowitz del Department of Psychiatry della Geffen School of Medicine at Ucla di Los Angeles, il Disturbo bipolare interferisce con la vita.

Spesso arriva in età adolescenziale e se non viene curato, i periodi depressivi e maniacali disturbano il percorso vitale, impedendo il fatto di raggiungere di obiettivi formativi, lavorativi e relazionali. Si tende infatti ad interrompere studi, carriere e relazioni affettive.

 

Terapie per equilibrare l’umore

Il trattamento del disturbo bipolare, in particolare per curare le fasi maniacali, è reso difficile dalla scarsa collaborazione di chi ne è affetto e dal rischio di mancata aderenza alle prescrizioni.

Si basa sull’impiego di farmaci, ma anche di alcune forme di psicoterapia, come quella psicoeducazionale, in particolare nella fase di mantenimento, quando si cerca di evitare una ricaduta. «I farmaci puntano alla stabilizzazione dell’umore e al miglioramento del ciclo del sonno, mentre gli interventi sugli stili di vita e di tipo educativo mirano a permettere a paziente e familiari il riconoscimento precoce dei segnali di una prossima ricaduta maniacale o depressiva» dicono gli studiosi

Lo scopo è rendere stabili il tono dell’umore, fondamentale per la ripresa di un’esistenza progettuale. Attualmente la cura si basa sui sali di litio, anche se da alcuni anni sono disponibili antipsicotici di seconda generazione, più efficaci del litio in certe forme. Alcune di queste molecole hanno sicurezza e tollerabilità superiore.

 

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