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Frutta secca: in Italia consumo esagerato

Da Redazione

Aprile 09, 2018

Frutta secca: in Italia consumo esagerato
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In Italia la frutta secca è la leccornia preferita. Sulle tavole nostrane infatti, sono i consumi di frutta a guscio, dalle noci alle mandorle fino al nocciole, come si evince da un’elaborazione di Coldiretti su dati Ismea.

Frutta secca: l’Italia ne è ghiotta

Coldiretti ha spiegato che le noci e le nocciole sono fonti di antiossidanti, acidi grassi che benficiano la salute in particolare per colesterolo, sali minerali e vitamina E.

A loro volta poi le mandorle sono utili per mantenere forti e sani la pelle, i capelli e le unghie e per rinvigorire il sistema immunitario, i pistacchi invece sono pieni di fibre, sali minerali ferro e vitamine (gruppo A e gruppo B), mentre pinoli sono una fonte di zinco, potassio e vitamina B12.

Dei veri e propri superfood per il benessere psicofisico” così ha definito nella mota Coldiretti la frutta col guscio.  Essa si può consumare fresca col guscio, senza, ma anche sottoforma di barrette, mueslì e snack per una riserva di energia utile per il ritorno dell’attività fisica all’aria aperta con la primavera.

Italia grande consumatrice e produttrice di frutta secca

In Italia secondo Coldiretti vengono raccolte circa 300 mila tonnellate di frutta in guscio all’anno. Noci e nocciole sono le preferite lungo tutta lo stivale, anche se la produzione è concentrata fra Piemonte, Campania, Lazio, Sicilia, Emilia Romagna e Veneto. Solo i noccioleti  sono cresciuti di ben il 6,5% nell’ultimo anno con quasi 80mila ettari a livello nazionale.

Mandorle e pistacchi sono prodotti tipici del Sud con Puglia, Calabria e Sicilia in testa. I pinoli si raccolgono invece lungo le coste ed in montagna. “La crescita dei consumi sta portando anche a un aumento dei terreni dedicati a queste coltivazioni con un +30% di noccioleti e mandorleti previsto nei prossimi 10 anni anche se rimane forte il flusso delle importazioni”.

Bisogna inoltre combattere l’arrivo dall’estero di questi prodotti, che nel 2017 ha superato i 900 milioni di euro secondo una stima della Coldiretti, in particolare provenienti da Stati Uniti (di solito noci e mandorle dalla California), Iran Turchia e quant’altro.

In particolare i pistacchi provenienti dall’Iran, i pistacchi e nocciole provenienti dalla Turchia, le arachidi dalla Cina e quelle dagli Stati Uniti risultano composte da aflatossine cancerogene, finendo così nella “black list” dei prodotti alimentari più pericolosi per la salute. Quindi occhio ad acquistare prodotti solo Made In Italy.

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