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Memoria corta? Stimoli elettrici favoriscono la durata e migliorano l’apprendimento

Da Redazione

Febbraio 07, 2018

Memoria corta? Stimoli elettrici favoriscono la durata e migliorano l’apprendimento
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“Questione di memoria” il motivo che spesso usiamo quando dimentichiamo le cose. E adesso gli scienziati mettono a punto una tecnica di stimolazione elettrica, che andando a stimolare il lato sinistro del cervello, va a migliorare “in modo affidabile e significativo” l’apprendimento e le prestazioni della memoria fino al 15%.

La scoperta proviene da un gruppo di neuroscienziati statunitensi dell’University of Pennsylvania, autori di uno studio pubblicato su ‘Nature Communications’. Il gruppo ha tutta l’intenzione di sviluppare tecnologie di nuova generazione per aiutare chi soffre di perdita di memoria.

Lo studio sulla memoria

Lo studio è stato sperimentati su 25 pazienti neurochirurgici in terapia per l’epilessia, appartenenti a diversi centri clinici del Paese, dall’ospedale dell’ateneo della Pennsylvania alla Mayo Clinic.

Youssef Ezzyat, senior data scientist nel Dipartimento di psicologia della School of Arts and Sciences ha dichiarati che “Il nostro studio ha due aspetti nuovi. Da un lato abbiamo sviluppato un sistema per monitorare l’attività cerebrale di una persona e innescare la stimolazione in modo reattivo in base a questa attività. Dall’altro, abbiamo identificato un nuovo obiettivo per l’applicazione della stimolazione, la corteccia temporale laterale sinistra”.

Durante lo studio, le persone venivano monitorate mentre tentavano di memorizzare un elenco di parole. Allo stesso tempo, un computer tracciava e registrava i segnali cerebrali che partivano dalle persone e, sulla base di previsioni basate veniva lanciato un impulso elettrico impercettibile ai partecipanti con una tempistica precisa, solo quando i protagonisti del test non riuscivano a ricordare le nuove informazioni.

Lo scopo dello studio

I ricercatori hanno sottolineato che “Sviluppando modelli di ‘machine learning’ personalizzati, a misura di ciascun paziente, abbiamo potuto programmare il nostro stimolatore affinché fornisse gli impulsi solo quando si prevedeva che la memoria avrebbe fallito”.

L’obiettivo della ricerca è sfruttare le migliori chance di ripristino della memoria. Gli scienziati vorrebbero addirittura istituire un sistema di monitoraggio e stimolazione neurale da poter impiantare. Così da affiancare tale tecnica ai trattamenti terapeutici per le persone con lesioni cerebrali.

I ricercatori sono stati in grado di individuare il punto esatto dove stimolare il cervello per migliorare le performance nei pazienti con disturbi della memoria al fine di massimizzare l’effetto.

Così facendo si interviene per correggere la traiettoria con una ‘scossa’ nel momento preciso in cui “il cervello non ricorda più ciò che dovrebbe”. Il tutto per un aiuto in più a chi prima o poi perde l’uso della memoria.

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