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Pecore con cellule umane: creato embrione uomo-pecora per guarire le malattie dell’uomo

Da Redazione

Febbraio 19, 2018

Pecore con cellule umane: creato embrione uomo-pecora per guarire le malattie dell’uomo
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La scienza non si arrende mai, e in particolare sugli ovini gli esperimenti continuano. Così oggi arriva un nuovo importante risultato: pecore con cellule umane, anzi  nello specifico sono stati sviluppati embrioni di pecora con all’interno cellule umane.

E se fino ad ora questo esperimento aveva il fine di produrre insulina per poter gestire i livelli troppo alti di glucosio nel sangue, adesso si vuole andare oltre raggiungendo lo sviluppo di organi umani presenti in altri animali, ideali per essere introdotti in un organismo malato.

Pecore con cellule umane: l’esperimento

Lo studio arriva dalla Stanford University, in Inghilterra,.dove gli scienziati hanno ottenuto embrioni di ovini con all’interno cellule di Langerhans di origine umana.

Le cellule in questione sono quelle correlate all’azione pancreatica e responsabili della produzione di insulina. Chi ha il diabete di tipo giovanile, presenta, infatti, un’azione ridotta o anche assente di queste cellule. Viceversa, chi è colpito dal diabete adulto può essere curato con una terapia farmacologica molto meno invasiva.

Pecore con cellule umane: quanto è davvero importante la svolta?

La svolta per la medicina risulta fondamentale perché se si può far crescere un embrione di pecora contenente cellule umane, si può in un secondo momento sviluppare ovini adulti che abbiano organi destinati alla nostra specie.

In particolare da questo sconosciuto ambiente si vuole arrivare allo sviluppo di pancreas umani. Il passo successivo, infatti, sarà quello di capire fino a che punto si è in grado di consentire lo sviluppo di un embrione che abbia cellule provenienti da un altro raggruppamento tassonomico. Negli esperimenti di Stanford l’evoluzione dell’embrione chimera è durato 28 giorni, ma già si pensa a un futuro test che abbia uno standard  di 70 giorni. «Riuscirebbe a dare prove ancora più convincenti», dice Hiro Nakauchi, coinvolto nello studio.

E se le cose dovessero andare per il verso giusto sarà una svolta grandiosa in campo medico e sociale. Tenendo conto dell’alto numero di persone che è in attesa di un trapianto di organo e del fatto che la percentuale di rigetto sarebbe davvero irrisoria, il passo al miglioramento del discorso “trapianto” è davvero raggiungerà livelli inauditi.

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