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Piazza Affari ancora in rosso, spread sale a 250

Da Redazione

Giugno 06, 2018

Piazza Affari ancora in rosso, spread sale a 250
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Piazza Affari ancora in rosso. Troppo nervosa la Borsa italiana che non riesce a sfruttare l’avvio positivo e vira ancora in rosso, chiudendo negativamente. Intanto, nel giorno in Giuseppe Conte chiederà la fiducia alla Camera (dopo aver avuto, ieri, quella al Senato) lo spread continua a salire; il differenziale Btp-Bund, infatti, si è stabilito intorno a quota 250 punti. Complici del crollo le banche, su cui gravano gli effetti delle vendite, che portano la Piazza italiana a scendere ancora, dopo il dato negativo fatto riscontrare ieri.

Piazza Affari ancora in rosso: continua a salire lo spread

Si è aperta negativamente la giornata per quel che riguarda il differenziale Btp-Bund, con scadenza a dieci anni. Dopo la chiusura, ieri, che vedeva il dato essere pari a 240 punti base, oggi c’è stata l’apertura a 249 punti. Subito sfondata la soglia dei 250, dopo che c’era stato, venerdì, il closing a 218. Non è, tuttavia, l’unico dato negativo: sale anche il BTp benchmark decennale che, dopo l’apertura a 2,90% è salito fino a 2,93% (dopo che la percentuale, in chiusura, era stata pari a 2,77%).

Le scadenze più brevi sono ancor più negative: per quanto riguarda quella a due anni, il rendimento dei titoli sale fino all’1,33% (con spread molto vicino ai 200 punti, per l’esattezza 192 punti base). Gli analisti del Mps Capital Services hanno così commentato le difficoltà italiane: «Ieri, il discorso del neo premier Conte, sebbene privo di novità di rilievo, è stato l’elemento scatenante della rinnovata debolezza sugli asset italiani;  il rimarcare la matrice populista del Governo così come lo spauracchio della Troika successivamente ventilato dall’ex premier Monti ha evidentemente infastidito gli investitori».

Piazza Affari ancora in rosso: la situazione delle banche

La situazione particolarmente negativa di Piazza Affari deriva essenzialmente dal traino delle banche; sono calate, infatti, pesantemente le maggiori banche italiane: IntesaSanPaolo, Unicredit, UBI Banca (in coda al listino), Banca Mps e Creval. Male anche Telecom Italia, nel giorno in cui ci sarà la riunione dell’Agcom per valutare la separazione legale della rete, e Azimut, su cui continuano a gravare le vendite dopo la perdita del 4% alla vigilia.

In ripresa, invece, Mediaset (che ieri era calata dopo che Sky si era detta non interessare ad acquisire Premium), Banca Generali, Finecobank e Salvatore Ferragamo. Per quanto riguarda invece la situazione dell’euro: è salito ai massimi da dieci giorni (attestandosi intorno a quota 1,1771, superando l’1,1760 degli ultimi giorni). Notizia principale, però, che riguarda proprio la Bce,  è l’indiscrezione relative alla probabile fine del Qe«è chiaro che il Consiglio dei governatori della prossima settimana dovrà fare una valutazione, valutare se il progresso realizzato fin qui sia sufficiente a consentire un graduale riassorbimento dei nostri acquisti di titoli», ha detto Peter Praet, consigliere della Bce. Queste parole potrebbero provocare ancora una scossa nell’euro, il cui valore potrebbe salire fino a 1,18 nel cambio col dollaro.

 

 

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