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Pirati digitali: arriva la direttiva europea per la produzione dei dati

Da Redazione

Giugno 26, 2018

Pirati digitali: arriva la direttiva europea per la produzione dei dati
google news

L’Unione europea non si dà per vinta e continua ad affrontare il tema dei nuovi diritti dell’era tecnologica contro i pirati digitali.

Regole sulla privacy, i pirati digitali hanno le ore contate

Qualche mese fa sono entrate in vigore le regole sulla privacy digitale, con l’applicazione del Gdpr a tutela i dati personali da abusi e manipolazioni commerciali, sociali e politiche e porta i big della Silicon Valley a tenere in considerazione alcune pratiche non del tutto trasparenti.

La scorsa settimana la Commissione affari giuridici del Parlamento europeo ha emesso una direttiva sul copyright che, al riparo da ogni entusiasmo. Essa non è altro che il primo tentativo di proteggere i diritti dei produttori di contenuti giornalistici dall’uso commerciale senza consenso.

L’articolo 11 della direttiva afferma che i colossi come Google e Facebook, e tutti gli altri che guadagnano con la veicolazione dei contenuti giornalistici altrui, dovranno versare un compenso agli editori (e gli editori, a loro volta, agli autori) anche soltanto per un frammento o un estratto di un testo linkato.

Pirati digitali, cosa prevede la direttiva?

È ancora tutto in alto mare, con un valore ambiguo e soggetto a varie interpretazioni, ma per chi si occupa dei contenuti giornalistici sarà una protezione del proprio business simile a quella già in vigore per la musica, il cinema e la televisione. Inoltre fungerà da sistema di informazione di qualità messo in crisi dalla circolazione gratuita e per questo in totale dipendenza dall’algoritmo dei social.  

Il testo dovrà avere l’approvazione dal Parlamento in seduta plenaria, forse la settimana prossima, poi dal Consiglio dei ministri europei e, nel caso, da un voto finale del Parlamento tra la fine dell’anno e l’inizio del prossimo.

Coloro che dissentono la direttiva avranno ancora qualche occasione per far valere la loro contrarietà, che in alcuni aspetti è ragionevole e condivisibile, ma come a volte accade quando c’è una competizione tra diritti concorrenti si dovrà cercare un punto comune in grado di superare i conflitti e le tensioni.

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