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Prezzo della benzina in aumento: perchè è così cara?

Da Redazione

Settembre 09, 2018

Prezzo della benzina in aumento: perchè è così cara?
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Prezzo della benzina in aumento, e ancora rincari per quel che riguarda i carburanti. L’Italia, per quel che concerne le spese in tal senso, raggiunge apici altissimi dopo anni. Non solo: stando ai dati, che vedono la nostra penisola essere seconda soltanto ai Paesi Scandinavi per costo di carburante e diesel, il risultato è tutt’altro che confortante. La benzina italiana rischia di diventare la più cara al mondo. Ma quali sono le cause per cui è prezzo della benzina in aumento?

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Prezzo della benzina in aumento: il dato dei costi nel dettaglio

Sono dati che fanno tremare gli italiani e, allo stesso tempo, fanno nascere polemica. Prima di ricercare la causa di tutti gli aumenti che stanno coinvolgendo, in più settori, spese folli per quel che riguarda il carburante, basti dare uno sguardo ai dati per rendersi di conto di quanto sia critica la situazione. L’Italia raggiunge degli apici, in quanto a prezzi, che l’ultima volta erano stati toccati nel 2015 e che fanno schizzare in alto gli indici.

I grandi rincari del carburante sono l’effetto della corsa del Brent, che è tornato ad essere pari a 80 dollari per barile. La conseguenza vede un ritorno al luglio 2015: 1,606 è il costo (a Maggio) della benzina senza piombo, mentre per quanto riguarda il gasolio il prezzo, per litro, si attesta intorno a 1,483. Ovviamente, in entrambi i dati va tenuto conto dell’oscillazione – seppur minima – che c’è da un marchio all’altro. Confortante non è neanche il dato riguardante il diesel: 1,492 a litro. Per farla breve e dirla in altre parole: fare un pieno dal costo di 100 euro non sembra più essere un’utopia.

Prezzo della benzina in aumento: da cosa dipendono i costi?

Chiaramente, per ogni effetto va ricercata una causa e, guardando quegli stessi dati che ci fanno rendere conto delle spese folli che vanno fatte per il carburante, si può bene intendere quali siano le effettive ragioni per cui i prezzi di benzina, diesel e self siano aumentati così tanto. Chiaramente, tutto va ricercato nella pesante tassazione che determina molto più che la semplice metà del prezzo.

La componente industriale della benzina, ad esempio, è soltanto il 36% del totale (pari o 0,577). Il 64% – di fatto, i due terzi del totale – sono tasse (componente fiscale, pari a 1,016), divise in accise e IVA. Non solo: la materia prima vera e propria ha una percentuale di costo ancor minore (28%) su cui agiscono gli effetti del cambio/dollaro, le quotazioni internazionali e il margine stabilito dall’operatore (fino al 7% in più). In altre parole, ciò che viene pagato è, in larga parte, effetto di quotazioni, margini e poi imposte che fanno lievitare un prezzo che, di base, sarebbe modico – si parlerebbe di neanche 50 centesimi a litro -.

Prezzo della benzina in aumento: il confronto con gli altri paesi

L’aumento del prezzo del carburante fa schizzare, chiaramente, l’Italia ai vertici di una graduatoria che, però, non è certamente positiva. La penisola italica, infatti, rischia di diventare il luogo dove la benzina è la più cara al mondo: si è soltanto dietro, infatti, a Paesi Scandinavi (dove è la componente industriale a costare nettamente di più) e Paesi Bassi, i cui dati sono ancora più sconfortanti.

Diversa è, ad esempio, la situazione statunitense, dove la tassazione arriva fino al 18% totale (contro, ricordiamo, il 64% italiano). Per un litro di benzina, infatti, negli Stati Uniti non bisogna mettere mano al portafoglio ma al taschino: soltanto cinquanta centesimi (0,58) è il costo di un litro di benzina. Nel confronto europeo, invece, ci si rende conto di quanto la tassazione sia molto più pressante in Italia: prendendo di riferimento la Spagna, ad esempio, dove il prezzo della componente industriale raggiunge il costo di 0,614 (contro lo 0,577 italiano), è molto ampio il margine considerando la componente fiscale; se in Italia il prezzo totale della benzina risulta quindi essere 1,605, in Spagna si ferma a 1,302. Ed è ancora peggio per quanto riguarda il diesel: l’Italia è il secondo paese in Europa (secondo solo alla Svezia) per prezzo.

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