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Riforma pensioni 2018: assegno di 650 ai giovani precari

Da Redazione

Agosto 31, 2017

Riforma pensioni 2018: assegno di 650 ai giovani precari
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I giovani con carriere discontinue e che fanno i conti con il precariato possono andare in pensione a 70 anni e con un assegno previdenziale minimo di 650-680 euro. Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha annunciato tutte le novità anche se non si possono fare molte modifiche alla riforma delle pensioni con pochissimi fondi a disposizione.

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Giovani discontinui: la proposta di Poletti per le pensioni minime

Il vertice tra governo e sindacati sul tema pensioni si è chiuso con pochissime novità ma con qualche speranza per i giovani. Iniziamo subito con quello che succederà ai lavoratori più anziani e già vicini al pensionamento per cui l’Esecutivo ha bloccato qualsiasi possibilità di alzare l’età pensionabile. Dal 2019 infatti aumenterà di 9 mesi, andando a sommarsi agli attuali 66 anni e 7 mesi.

Nell’incontro il ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha voluto illustrare un meccanismo che tutela i giovani discontinui, ovvero tutti quelli che hanno iniziato a lavorare dopo il 1996 e che possono andare in pensione a 68-69 anni con un assegno previdenziale minimo di 650 euro, un piccolissimo traguardo che richiede modesti festeggiamenti da parte di tutti gli interessati.

Come funziona l’assegno minimo di 680 euro?

Questa proposta interessa i giovani discontinui che non hanno compiuto 70 anni, con 20 anni di contributi e un trattamento pari ad 1,5 volte l’importo dell’assegno sociale, oppure chi ha compiuto 63 anni e ha maturato una pensione di 1300 euro pari a 2,8 volte l’assegno sociale. Sono due gli interventi previsti, il primo la riduzione del criterio minimo ad 1,2 volte e il secondo l’innalzamento del 50% delle maggiorazioni sociali per arrivare appunto all’importo di 650-680 euro dell’assegno.

Sindacati favorevoli alle pensioni minime per i giovani: il no del governo

I sindacati hanno valutato positivamente questo intervento ma sono arrivate molte critiche dal governo, soprattutto per quanto riguarda il meccanismo dell’adeguamento dell’età pensionabile all’aspettativa di vita. Il leader della Cgil Susanna Camusso ha ribadito con nettezza che “è fondamentale superare un meccanismo che pesa due volte in termini di allungamento dell’età e abbassamento dei rendimenti”. I prossimi appuntamenti per discutere delle pensioni sono il 7 e 13 settembre e si spera di concludere i lavori entro la fine del mese per l’approvazione della legge di bilancio.

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