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Sequestrata la droga dell’Isis a Reggio Calabria, era diretta in Libia

Da Redazione

Novembre 03, 2017

Sequestrata la droga dell’Isis a Reggio Calabria, era diretta in Libia
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La Guardia di Finanzia di Reggio Calabria ha messo in atto un duro colpo all’associazione di terrorismo più pericolosa al mondo. È stata sequestrata ieri la droga dell’Isis nel porto di Gioia Tauro, il carico era diretto in Libia.

Sequestrata a Reggio Calabria la droga dell’Isis

La Guardia di Finanza italiana è riuscita a colpire l’Isis forse nel suo punto debole. Ieri nel porto di Gioia Tauro è stata messa in atto un’operazione importantissima e senza precedenti. È stata sequestrata la fantomatica droga dell’Isis, un carico notevole di 24 mila compresse per un valore totale di 50 mila euro. Il bottino bloccato e sequestrato a Reggio Calabria, partito dall’India, sarebbe dovuto arrivare in Libia dell’Italia nell’arco delle ore successive. La droga dell’Isis ha un ruolo notevole per le casse dell’associazione terroristica, dato che questa rappresenta una principale fonte di guadagno e dunque di sostentamento per le loro azioni criminali.

Sequestrata la droga dell’Isis, colpire le loro fonti di guadagno è la chiave giusta?

In un certo qual modo la Guardia di Finanza di Reggio Calabria è riuscita a mettere in atto un colpo che ricorda molto le nuove strategie applicate con la mafia e le altre associazioni a delinquere, ovvero colpire il patrimonio e la fonte di guadagno. Possiamo tranquillamente dire che sequestrando la droga dell’Isis sia stata fatta a stessa cosa oppure è semplicemente frutto di una coincidenza? Se quanto avvenuto ieri nel porto di Gioia Tauro rappresenta più o meno la chiave giusta lo scopriremo solo più avanti, al momento però sembrano essere state colpite notevolmente le casse dell’Isis che dalla vendita della droga avrebbero dovuto guadagnare circa 50 mila euro. La sostanza in questione tra l’altro in Libia è nota anche come la droga del combattente perché capace di incrementare la resistenza fisica. Non a caso la droga dell’Isisi è usata dai combattenti e dai jihadisti dello stato.

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