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Sindrome di Kawasaki: cause, sintomi e contagio

Da Redazione

Novembre 13, 2018

Sindrome di Kawasaki: cause, sintomi e contagio
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Parliamo oggi di una malattia cosiddetta “rara” ma come spesso accade per questo genere di malattia, di non facile diagnosi e con cure ancora incerte nella loro efficacia. La Sindrome di Kawasaki colpisce di solito i lattanti e i bambini fino a 5 anni e si manifesta con sintomi sovrapponibili ad altre malattie pediatriche rendendo la diagnosi difficile e soprattutto non precoce.

Contenuti

Cosa è la Sindrome di Kawasaki

Con Sindrome di Kawasaki si intende una malattia dai sintomi sfuggenti che si possono facilmente confondere con i sintomi di altre malattie, inducendo facilmente il pediatra ad una diagnosi non corretta. E’ una vasculite, cioè un’infiammazione dei vasi sanguigni la cui causa a tutt’oggi sfugge, non è determinata.

I Sintomi

Si riconoscono nella Sindrome di Kawasaki una serie di sintomi non specifici e per il fatto che la malattia è rara, il medico si orienterà più facilmente verso altre malattie che presentano sintomi molto simili e che sono più frequenti nella pratica pediatrica:

  • febbre prolungata
  • esantema
  • congiuntivite
  • infiammazione della bocca
  • gonfiore dei linfonodi cervicali
  • dolori articolari di varia intensità

I sintomi durano alcune settimane, dopodiché tendono ad attenuarsi ma senza scomparire del tutto. Il medico ha un ruolo determinante nella prognosi della malattia .

Una diagnosi corretta e precoce aumenta le possibilità di una soluzione, quindi se il medico viene fuorviato ponendo una diagnosi non corretta, la situazione si può complicare e la soluzione diventa più difficoltosa.

Se viene posta la diagnosi corretta, al medico spetta informare la famiglia del bambino, indicare il percorso terapeutici prospettando anche rischi e benefici e prospettare anche l’eventualità di un intervento chirurgico.

Le Cause

Come abbiamo detto non c’è ancora certezza rispetto alle cause della Sindrome di Kawasaki ma l’orientamento prevalente porta all’ipotesi che questa malattia sia innescata da una qualche infezione esterna, in alcuni casi anche favorita da una predisposizione genetica.

Di quale genere di infezione si parli relativamente alle possibili cause non è ancora chiaro, non esistono ipotesi fondate rispetto a questo. La malattia, comunque, non è contagiosa e ha un’incidenza di circa 14 casi ogni 100 mila bambini.

La Sindrome di Kawasaki potrebbe essere confusa facilmente con la scarlattina, il morbillo o l’orticaria. La lingua del bambino è di un rosso acceso mentre le manifestazioni esantematiche possono portare il medico a diagnosticare una di queste malattie dei bambini.

Conseguenze

Generalmente la Sindrome di Kawasaki si risolve in modo spontaneo con il tempo ma il 5-10% dei casi presenta conseguenze, complicanze anche gravi mentre nell’1% dei casi l’esito è, purtroppo, letale.

Le complicanze più gravi riguardano le arterie coronarie e il cuore. In genere le complicanze cardiache insorgono intorno al decimo giorno, quando gli altri sintomi, febbre, esantema e altri cominciano a migliorare.

I problemi alle coronarie portano a dilatazione e aneurismi delle stesse e si associano a:

  • miocardite acuta con insufficienza cardiaca
  • aritmie
  • pericardite
  • tamponamento cardiaco
  • trombosi
  • infarto

Per quanto curate e risolte, queste complicanze comportano un aumento di rischi di problemi cardiaci nell’età adulta.

La cura

La cura attualmente più efficace consiste nella somministrazione al bambino di Aspirina e di Immunoglobuline per via endovenosa. La Sindrome di Kawasaki richiede sempre l’ospedalizzazione del bambino.

Da notare che la terapia si basa sull’uso di Aspirina, un caso rarissimo di utilizzo di questo farmaco in età pediatrica che non dovrebbe mai essere utilizzato nei bambini e ragazzi al di sotto dei 16 anni.

Non è il caso certamente di fare allarmismi ma data la delicatezza delle possibili conseguenze di questa malattia, di fronte a sintomi come quelli descritti, occorre rivolgersi prima possibile al pediatra che porrà in essere ogni indagine ritenuta necessaria e porrà la diagnosi più corretta.

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