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Stupro di gruppo Pimonte: per il Sindaco è “una bambinata”

Da Redazione

Luglio 05, 2017

Stupro di gruppo Pimonte: per il Sindaco è “una bambinata”
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Lo stupro di gruppo su una ragazzina per il sindaco di Pimonte, un paesino campano, non è un reato bensì “una bambinata”. Sono queste le testuali parole con cui, intervistato ai microfoni del programma L’Aria Che Tira, Michele Palummo, il primo cittadino di questo paese, teatro di un terribile fatto di cronaca, ha liquidato la faccenda. E poco importa che 12 giovani dai 14 ai 17 anni abbiano violentato ripetutamente e sotto minacce una ragazza che, nel 2016, ovvero all’epoca dei fatti, aveva 15 anni. Una marachella secondo il Sindaco: il branco stuprava regolarmente la giovane in un luogo che viene adibito al presepe vivente nel periodo di Natale, filmandola e minacciando di diffondere il video se non faceva certi favori. Insospettiti dai graffi e dal comportamento della ragazzina, i genitori della 15enne hanno voluto vederci chiaro e, saputa la tragedia, hanno denunciato il tutto. Ma invano, a quanto pare.

Le telecamere del programma di LA7 sono tornati due anni dopo a Pimonte, per capire l’evolversi di questa vicenda e perché la famiglia della vittima abbia deciso di abbandonare per sempre il paese campano e di trasferirsi in Germania. E hanno trovato la risposta: oltre ai ricordi orribili e il tentativo di far recuperare un minimo di serenità alla ragazza.

Gli stupratori sono stati rimessi in libertà poco tempo dopo e per questo motivo, la vittima e la sua famiglia sono letteralmente fuggiti da Pimonte per ritornare in Germania, in modo da non rischiare di incontrarli per caso, visto che si tratta di un piccolo paese. La polemica sul web è rovente: c’è chi chiede le dimissioni immediate, chi lo oltraggia e chi ancora lo accusa di essere complice di questo stupro di gruppo. Il sindaco Michele Palummo si è dovuto così scusare pubblicamente con una dichiarazione, ma che non ha spento certo il dolore e la sofferenza della sola persona che aveva il dovere di tutelare e che, per cercare serenità, ha dovuto fuggire di nascosto, mentre i suoi carnefici sono liberi.

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