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Tassa sulla spesa, sacchetti ultraleggeri ortofrutta diventano a pagamento

Da Redazione

Ottobre 06, 2017

Tassa sulla spesa, sacchetti ultraleggeri ortofrutta diventano a pagamento
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Le classiche buste di plastica per riporre la frutta e la verdura durante gli acquisti al supermercato diventeranno biodegradabili e compostabili e saranno a pagamento, ovvero 10 centesimi, proprio come avviene con le shopper richieste alla cassa. Una nuova tassa occulta sulla spesa sotto forma di sacchetti ultraleggeri ortofrutta bio che graverà sul bilancio familiare?

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Tassa sulla spesa, sostituzione sacchetti ultraleggeri frutta e verdura con sacchetti bio

Un’altra beffa che coinvolge tutti gli italiani, visto che per vivere tutti devono mangiare. Dopo il caso della tassa sull’ombra per chi installa tende per proteggersi dai raggi solari e si prolunga sul suolo pubblico, al dazio  sui gradini d’ingresso quando finiscono sulla via pubblica, oltre a quella sul Tricolore qualora si utilizzi a fini pubblicitari. La novità che si vedrà a breve nei supermarket e supermercato di fiducia sarà la tassa sulla spesa sotto forma di sacchetti ortofrutta. Da Gennaio 2018 sarà obbligatorio usare sacchetti biodegradabili e compostabili al posto di quelli leggeri e ultraleggeri utilizzati anche per trasporto merci e prodotti vari e saranno distribuiti esclusivamente a pagamento.

Perché supermercati introducono sacchetti ultraleggeri frutta e verdura bio

Il merito, o la colpa, è del decreto 91/2017 disposizioni urgenti in materia di crescita economica nel Mezzogiorno, approvato il 1 agosto 2017 alla Camera dei Deputati nuovi sacchetti bio per frutta e verdura dovranno essere prodotti con un contenuto minimo di materia prima rinnovabile del 40% e, come le classiche shopper bio che si richiedono alla cassa per riporre la spesa, saranno a pagamento.

Sacchetti ultraleggeri ortofrutta non più gratis: allarme igiene?

Quindi, i sacchetti di plastica ultraleggeri, usati nei supermercati per prendere frutta e verdura per pesare la merce e porre l’etichetta con il relativo prezzo, non saranno distribuiti gratuitamente. Se nel caso delle shopper, si risolve perché ci si può portare da casa una busta rigida o in cotone apposita e si evita il dazio, in questo caso è difficile aggirare questa sorta di tassa sulla spesa, a meno che i negozianti non propongano alternative. Di certo, i sindacati di categoria lanciano l’allarme igiene, visto che, qualora qualche consumatore volesse portare da casa anche questo strumento e riutilizzarlo infinite volte, germi e batteri potrebbero proliferare liberamente.

Tassa sulla spesa e sanzioni, quanto costano i sacchetti ortofrutta bio

Una vera e propria tassa sulla spesa, visto che non è possibile certo mischiare frutta e verdura diverse in un solo sacchetto. Col risultato che, per ogni carota, mela e pomodoro comprato, si pagheranno 10 centesimi in più a sacchetto, gravanti interamente sul consumatore. Il negozio incasserà il dazio, ma lo restituirà allo Stato Italiano sotto forma di IVA o imposta sul reddito. Per risparmiare o per protestare contro la tassa sulla spesa è rischioso usare i sacchetti ultraleggeri tradizionali: la legge prevede multe salate, le quali vanno dai 2500 Euro ai 100mila Euro se la violazione dovesse riguardare un consistente numero di clienti.

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