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Test del sangue per diagnosi tumore alla prostata: ecco come funziona

Da Redazione

Maggio 21, 2018

Test del sangue per diagnosi tumore alla prostata: ecco come funziona
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C’è una novità nella diagnosi del tumore alla prostata. Il test del sangue riduce del 40% la necessità di eseguire la biopsia per individuarne la presenza. La scoperta è stata fatta negli Stati Uniti.

Test del sangue Iso PSA

Negli Stati Uniti è stata condotta una ricerca sui metodi di diagnosi del tumore alla prostata. Un team di scienziati della Cleveland Diagnostic ha messo a punto un test del sangue che nel 40% dei casi evita il ricordo alla biopsia per la diagnosi del cancro I risultati di questo test sono molto più accurati rispetto all’esame del PSA che da decenni è al centro del dibattito scientifico per la sua effettiva utilità.

La novità è stata presentata al meeting annuale della American Urological Association che si è tenuto a San Francisco. Il test è stato chiamato Iso PSA è diverso rispetto a quello che viene eseguito perché non verifica i valori del PSA, ovvero l’antigene prostatico specifico, ma identifica anche i cambiamenti della struttura molecolare. Il test è considerato attendibile perché in fase di sperimentazione è stato possibile distinguere tumori maligni e benigni. Secondo gli scienziati americani si può anche evitare di ricorrere ad esami più invasivi come la biopsia in casi sospetti.

Rischio della biopsia

L’effettiva utilità del test del PSA è spesso al centro dei dibattiti medici perché l’alterazione dei valori riscontrata non è sufficiente per la diagnosi del tumore maligno alla prostata ma l’inizio di un percorso che prevede altri controlli come la visita urologica, l’ecografia e la biopsia per analizzare le eventuali cellule tumorali.

Il percorso non è breve ed è controproducente per la tempestività della diagnosi. Infatti, come riscontrato dai ricercatori, negli ultimi 5 anni i casi di mortalità per il tumore alla prostata sono aumentati. Inoltre tra le controindicazioni della biopsia c’è la difficoltà di individuare in quale zona fare il prelievo sottoponendo il paziente a terapie invasive e spesso non necessarie.

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