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Trauma psicologico cambia la personalità e il modo di vivere

Da Redazione

Marzo 23, 2018

Trauma psicologico cambia la personalità e il modo di vivere
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Il trauma psicologico ha la peculiarità di non essere soggetto a «non essere dimenticato»: rimane cioè indelebile nel ricordo, immutato. Chi vive un evento estremamente traumatico non deve sottovalutarlo, in quanto potrebbe diventare una reale minaccia di vita per sé o per i propri familiari.

Trauma psicologico, impresso nella mente

Il trauma si dirama nei pensieri del soggetto e ritorna continuamente in modo invasivo, calcando una discontinuità non solo a livello di mantenimento dell’attenzione, ma anche nella trama della coscienza, attraverso sintomi chiamati dissociativi.

I sintomi dissociativi creano una discontinuità nello sviluppo della coscienza: uno dei più importanti luminari che si occupa di queste tematiche, Onno Van Der Hart, nella sua opera principale «Fantasmi nel Sé» (mal tradotto dal più efficace inglese «The Haunted Self», ovvero «il sé infestato»), ha dichiarato che a seguito di un evento traumatico la personalità di un individuo vada a frammentarsi in due parti.

La prima parte colpita dal trauma resta secondo Van Der Hart bloccata e tramortita dal colpo subìto, e invece una seconda parte che fa sì che la persona riesca ad andare avanti sufficientemente organizzato, che porta l’individuo a progredire nella sua vita «come se» le cose fossero rimaste le stesse.

Secondo Van Der Hart, dopo il trauma, ogni indizio che richiami alla memoria il trauma, innescherà tutte le emozioni sperimentate in luogo del trauma vissuto: la vita del soggetto, dunque, si tramuta nel tentativo di evitare ogni possibile contatto con ciò che potrebbe innescare la memoria traumatica.

Trauma psicologico, la cura

La cura di questo patologia, è rinvenibile da un approccio integrato, con uno psichiatra e uno psicoterapeuta coinvolti. Vari e sempre più numerosi situazioni sottolineano inoltre come in questo tipo di problema l’aspetto del corpo sia fondamentale. Si parla di approccio bottom-up, cioè di curare il corpo per sanare la mente come integrazione al lavoro più strettamente psicoterapico. 

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