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Monete da 1 e 2 centesimi, stop al conio, ma i prezzi cambieranno?

Da Redazione

Febbraio 17, 2018

Monete da 1 e 2 centesimi, stop al conio, ma i prezzi cambieranno?
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Dal 1° gennaio del 2018 l’Italia non conia più le monetine da 1 e 2 centesimi, i quali circoleranno fino ad esaurimento, mantenendo il loro valore legale.

Stando alla norma, nel caso di pagamenti in contanti i prezzi saranno arrotondati per eccesso o per difetto al multiplo di 5 più vicino. In questo modo il Governo potrà risparmiare circa 20 milioni di euro per il Fondo per l’ammortamento dei titoli di Stato.

Monete da 1 e 2 centesimi, come cambiano i prezzi

Se lo Stato risparmia, non si può dire lo stesso per gli italiani. Il timore per i consumatori è che possa verificarsi un aumento dei prezzi, il che inciderà molto sull’economia degli italiani.

Il Garante per la sorveglianza dei prezzi ha avuto l’onere di esaminare quale sarà l’impatto della sospensione del conio sulle tasche degli italiani. I risultati ottenuti saranno poi vagliati del ministero dello Sviluppo economico, qualora ci fossero delle eventuali anomalie riscontrate. Se il rapporto presentato dal Garante dovesse portare esiti allarmanti, il Ministero dovrà segnalare il tutto all’Autorità garante della concorrenza e del mercato.

Monete da 1 e 2 centesimi: il contenuto della norma

La fine del conio dei centesimi dipende dalla Manovra: infatti all’articolo 13-quater del decreto legge numero 50/2017, convertito dalla legge numero 96/2018, prevede che l’Italia non faccia più conio delle monete metalliche dal valore di 1 e 2 centesimi di euro, per un risparmio di circa 20 milioni di euro, destinati al Fondo per l’ammortamento dei titoli di Stato.

La legge sottolinea che, nel periodo di sospensione del conio, l’arrotondamento dei prezzi si verificherà solo per pagamenti in contanti. I prezzi saranno arrotondati per difetto o per eccesso al multiplo di 5 centesimi più vicini.

Per quanto riguarda invece i pagamenti con carta di credito o bancomat, pure se spariranno le monetine, l’importo addebitato all’acquirente sarà pari quello dovuto, senza arrotondamenti né per eccesso né per difetto. Lo stesso vale per i pagamenti fatti con lo smartphone.

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