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Allarme tungsteno nei vaccini, pare no ci siano rischi per la salute

Da Redazione

Febbraio 23, 2018

Allarme tungsteno nei vaccini, pare no ci siano rischi per la salute
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I vaccini stanno dividendo il mondo della medicina e dei pazienti. E dopo i già tanti dubbi su quanto davvero convenga sottoporsi alla vaccinazione, arrivano informazioni come quella che segue, in grado di mandare in tilt chi il vaccino l’ha già fatto e chi aveva intenzione di farlo.

Stavolta a far tremare è il vaccino esavalente della Glaxo, il quale presenta tracce di Tungsteno, pare si tratti solamente di micro e nanoparticelle. Pur essendo tracce impercettibili, è stato un atto dovuto avviare un’indagine contro ignoti per «somministrazione di farmaci imperfetti».

Tungsteno nei vaccini, le indagini

Le tracce di Tungsteno sono stati rilevati in seguito ad alcuni accertamenti voluti dal procuratore aggiunto Vincenzo Pacileo, un atto dovuto, come già detto a causa della legge sostenuta dal Ministro della Salute Beatrice Lorenzin.

L’indagine è partita dopo che circa un anno fa il Codacons aveva denunciato in procura dei vaccini contaminati da micro e nanoparticelle dopo alcuni studi.

Fu chiesto a vari specialisti di esaminare il composto del vaccino e il solo ad accettare fu un docente universitario, il quale, poi all’improvviso, si è ritirato dall’incarico affermando che non aveva mezzi idonei per fare i dovuti esami.

Dopo vari tentativi un esperto della facoltà di Biotecnologie molecolari dell’Università di Torino, ha esaminato il vaccino rilevando al suo interno alcune sostanze estranee tra cui Tungsteno, rame, zinco, piombo e alluminio.

Tungsteno nei vaccini, non corriamo rischi

Nonostante ciò, pare che le quantità trovate dallo scienziato sono così irrisorie da non creare alcun rischio per la salute. Egli infatti nella relazione per la procura ha scritto che «i prodotti hanno mostrato di non contenere contaminanti inorganici che possano avere un risvolto tossicologico».

Fabrizio Pregliasco, virologo del dipartimento di scienze biomediche dell’Università degli Studi di Milano ha affermato che «Questi risultati non mettono assolutamente in dubbio la sicurezza dei vaccini. Nulla di anomalo. Queste particelle si trovano un po’ ovunque, nell’acqua, negli alimenti, ad esempio in alcune carni, e in farmaci di uso comune. A chi obietta che l’assunzione di queste tracce di sostanze chimiche tramite gli alimenti ha un impatto minore rispetto a quanto avviene con l’inoculazione del vaccino, bisogna ricordare che l’iniezione avviene una volta sola, mentre gli alimenti vengono assunti quotidianamente e c’è un effetto accumulo» .

 

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