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Compagno epilettico: la classe ha le sue mansioni per aiutarlo se ha bisogno

Da Redazione

Aprile 06, 2018

Compagno epilettico: la classe ha le sue mansioni per aiutarlo se ha bisogno
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Noah Perugini è un bimbo di nove anni, biondo, ed è un bambino speciale: è per la classe il compagno epilettico di cui aver cura.

E infatti, quando in classe arrivò per la prima volta un attacco epilettico con una serie di convulsioni, i compagni di classe non lo hanno escluso, non lo hanno dimenticato.

Compagno epilettico: la classe vuole aiutarlo

Quando Noah ha avuto il primo attacco, rimase alcune settimane in ospedale, e al suo rientro ha avuto una sorpresa: in classe trova il cartello «Incarichi di emergenza». Il rosso, il verde, l’arancio e il blu. Un foglio scritto a pennarello dai compagni di classe per essere pronti ad affrontare i suoi attacchi di epilessia, tutti insieme, come una vera famiglia.

Ognuno, per aiutare Noah, ha il suo ruolo: Lia deve prendere il farmaco nel secondo cassetto, Tommaso deve chiamare i bidelli, Leonardo e Giordano si rivolgono ad un insegnante nelle classi vicine, Giulia prende il cuscino del bambino, Gaia il cellulare dalla borsa della maestra per chiamare a casa e Diana assiste la maestra.

Bimbo epilettico: le parole della madre di Noah

Barbara Forbicini e Denis Perugini, i genitori di Noah, descrivono l’emozione una volta scoperto come i bambini si siano mobilitati per il piccolo compagno: «Trovarsi ad affrontare a nove anni attacchi così potenti è difficile. Quando all’improvviso scoppiano le crisi di epilessia, mio figlio non è più lo stesso: si irrigidisce, gli si capovolgono gli occhi, perde saliva dalla bocca. Entro cinque minuti bisogna bloccare la crisi, e lo si può fare solo collaborando tutti insieme. I compagni di classe di mio figlio gli hanno fatto una sorpresa incredibile. Lo stanno aiutando ad accettare la sua situazione. E sono pronti a salvarlo».

I genitori di Noah hanno saputo del cartello durante la consegna delle pagelle. L’hanno visto vicino ad una parete e trattenendo tutta la loro emozione hanno domandato di più a Elena Cecchina, la maestra di italiano della 3D della «Annyka Brandi» di Riccione, che ha smosso questa mobilitazione che dimostra come nei bambini si nasconda un grande amore.

 

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