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Discriminazione femminile: aeroporto israeliano rifiuta una pubblicità a favore delle donne

Da Redazione

Aprile 05, 2018

Discriminazione femminile: aeroporto israeliano rifiuta una pubblicità a favore delle donne
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La discriminazione femminile non accenna a placarsi, e infatti un aeroporto israeliano, ha avuto la sua reazione negativa contro una pubblicità a favore delle donne. Nel manifesto si ricordava alle donne che le compagnie non devono far cambiare loro il posto solo perché lo richiede un ebreo ultra-ortodosso che non vuole sedersi accanto a loro

L’Autorità aeroportuale israeliana (IAA, che gestisce i principali aeroporti civili del paese) si è rifiutata di sfoggiare tale pubblicità.

Discriminazione femminile: Israele non si evolve

Il cartellone pubblicitario avrebbe dovuto essere esposti all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv durante la Pasqua ebraica, per ricordare che le richieste di cambiare posto per motivi di genere sono illegali: «Signore, vi preghiamo di prendere posto… e di tenervelo!», è la dicitura del cartellone. L’IRAC ha anche pubblicato un video correlato alla campagna che inviga le donne a far presente le discriminazioni e richieste di cambiar posto.

L’Autorità aeroportuale israeliana, che inizialmente aveva accettato la pubblicità, ha poi cambiato idea dando motivo del rifiuto con il fatto di voler evitare «qualsiasi pubblicità che sia politica o divisiva».

Anat Hoffman, direttrice dell’IRAC, ha risposto dicendo però che la campagna non dovrebbe essere ritenuta in alcun modo controversa poiché informa in modo semplice i passeggeri delle compagnie aeree sui loro diritti legali.

Discriminazione femminile: come nasce la campagna pubblicitaria

La campagna pubblicitaria dell’IRAC è nata all’indomani di una sentenza del giugno scorso a favore di una donna, Renee Rabinowitz, 82 anni, che aveva denunciato la compagnia aerea israeliana El Al per discriminazione di genere. Il personale di bordo l’ aveva invitata di spostarsi quando un ebreo ultra-ortodosso si era rifiutato di sedersi accanto a lei.

La giudice di un tribunale di Gerusalemme aveva stabilito che «in nessuna circostanza un membro dell’equipaggio può chiedere a un passeggero di spostarsi dal posto che gli è stato assegnato perché il passeggero vicino non vuole sedergli accanto a causa del suo genere».

Anat Hoffman ha spiegato che pure in presenza di tale sentenza, questa pratica illegale e discriminatoria viene ancora oggi applicata: «La dinamica è che un uomo haredi si rifiuta di prendere posto, quindi gli altri passeggeri, invece di dirgli di sedersi, si concentrano sulla donna, dicendo: “Perché non ti sposti così l’aereo può decollare?”». E in questo modo anche il personale di volo.

In Israele, i fenomeni discriminatori contro le donne sono purtroppo il pane quotidiano. La maggior parte degli attacchi sessisti è portata avanti dagli haredim, che mettono in atto il credo più integralista degli ebrei ortodossi e che dichiarano di ispirarsi senza alcun compromesso alla legge ebraica come espressa nell’Antico Testamento, sminuendo le donne.

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