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Influenza mortale, rischio epidemia proveniente dalla Cina

Da Redazione

Giugno 15, 2018

Influenza mortale, rischio epidemia proveniente dalla Cina
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Torna l’incubo dell’influenza mortale e le prime avvisaglie di allarme vengono dalla Cina, dove il 38% delle persone che ha contratto la malattia sarebbe deceduta. Rischio epidemia

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Pericolo Pandemia

Il nome del virus che innesca l’influenza mortale è H7N9, e la sua diffusione sta preoccupando le autorità sanitarie di tutto il mondo. Secondo alcuni studiosi, infatti, si potrebbe arrivare a raggiungere un livello pandemico vicino a quello dell’influenza spagnola, che un secolo fa uccise in due anni più di 50 milioni di persone.

Come si diffonde il virus?

Sembra, al momento che, il virus, che porta l’influenza mortale, sia trasmissibile solo dai polli all’uomo e non tra uomo e uomo. In Cina ci sono stati 1625 casi accertati con 623 decessi e il caso comincia a preoccupare anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Il virus, che sta causando l’epidemia mortale proveniente dalla Cina, così come riportato dal Telegraph, è stato isolato per la prima volta nel 2013, ma ha già subito tre mutazioni genetiche, cosa che ostacolerebbe il suo contrasto e che potrebbe portare ad una mutazione capace di trasmettersi anche tra umani. Le Autorità sanitarie britanniche, sempre molto sensibili, stanno comunque monitorando il suo comportamento e la sua diffusione.

I sintomi della malattia e i soggetti maggiormente a rischio

L’H7N9 è un virus appartenente alla medesima famiglia dell’H5N1, quello dell’influenza aviaria che nel 2003 si diffuse in tutto il mondo, causando centinaia di vittime. Per gli esperti, però, il virus che si sta diffondendo in Cina, che può causare influenze e violente polmoniti, colpisce soprattutto donne incinte, anziani e bambini, e per questo ha un potenziale decisamente più pericoloso. Jonathan Quick, già consulente e direttore dell’Oms, ha infatti spiegato: “Se da un lato preoccupa l’incidenza delle morti in proporzione ai casi accertati, dall’altro dobbiamo stare attenti alla sua trasmissione sia per quanto riguarda gli spostamenti in tutto il mondo, sia per quanto riguarda le condizioni igienico-sanitarie dei singoli centri abitati“.

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