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Transgender e allattamento: ecco il primo “uomo” che allatta al seno

Da Redazione

Febbraio 16, 2018

Transgender e allattamento: ecco il primo “uomo” che allatta al seno
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Il racconto ha dell’incredibile, eppure la scienza è arrivata a questo punto: un trans è stato indotto all’allattamento del figlio avuto con la sua compagna.

La trasngender, trentenne, è il primo caso di allattamento indotto, per questo il caso finirà presto nella letteratura accademica specifica.

La storia del trans che allatta

Tamar Reisman, un dottore che lavora presso l’ospedale Mount Sinai di New York ha raccontato che «La medicina transgender sta diventando parte della medicina tradizionale. Stiamo ottenendo più dati basati sulle prove, stiamo ricevendo cure più standardizzate, stiamo ottenendo più opzioni riproduttive».

Tutto è cominciato qualche mese fa quando la transgender si era recata presso il Center for Transgender Medicine and Surgery del Mount Sinai Hospital di New York perché la sua partner aveva deciso di non allattare il figlio avuto da poco. Reisman ha raccontato che la donna era « piacevole, ben nutrita, ben sviluppata».

La transgender ha dunque iniziato una terapia ormonale specifica definita femminilizzante che ha permesso l’allattamento del figlio avuto dalla sua compagna. La cura per la trasformazione era cominciata sei anni prima ma ancora non aveva subito una evidente crescita del seno. Per questo motivo si è recata immediatamente dai medici e Reisman ha deciso di usare un metodo già noto da tempo per indurre la lattazione nelle donne transgender.

Cure ormonali per allattare: Progesterone ed estradiolo

Il medico, ha deciso di prescrive per la paziente un regime graduale di progesterone ed estradiolo che consentissero di produrre il latte materno. In più gli ha somministrato del domperidone, un farmaco di solito dato contro la nausea che come effetto collaterale prevede una aumento della produzione di latte. Tale medicinale, tuttavia, è arrivato direttamente dal Canada perché non previsto negli Stati Uniti a causa di gravi eventi poco raccomandati che potrebbero presentarsi dopo l’utilizzo, come aritmia, arresto cardiaco e eventuale morte.

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