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Congedo mestruale in Italia, proposta di legge per stare a casa col ciclo

Da Redazione

Marzo 12, 2017

Congedo mestruale in Italia, proposta di legge per stare a casa col ciclo
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Il congedo mestruale potrebbe arrivare a breve in Italia: tre giorni di permesso ogni mese durante il periodo più odiato dalle donne, ovvero quello del ciclo mestruale. Le donne potranno stare a casa dal lavoro senza dover richiedere permessi e ferie o mettersi in malattia. Questa sorta di permesso per mestruazioni esiste già in Paesi come Giappone, Indonesia, Sud Corea e Taiwan, in quanto nel mondo orientale vige la credenza che chi non riposa durante questo periodo, può avere un parto difficile. La proposta di legge era stata presentata mesi fa alla Camera da quattro deputate del PD ed ora è sotto esame della commissione Lavoro. In tempi brevi, può diventare realtà e sarebbe una grande conquista per le lavoratrici, anche se non tutte ne potranno beneficiare in egual misura. Quali sono i requisiti per poterlo richiedere?

Il congedo mestruale non nasce per prendersi alcuni giorni al mese di riposo: si tratta di un congedo retribuito riservato a coloro che soffrono di dismenorrea, ovvero di mestruazioni dolorose. Il ciclo mestruale doloroso colpisce fra il 60% e il 90 % delle donne, ma non si tratta solo del mal di pancia: i sintomi riscontrati sono mal di testa, mal di schiena, dolori addominali e forti sbalzi di umore. Basta pensare che il 30 % di questi disturbi sono considerati invalidanti visto che costringono le donne a rimanere a letto per ore o, in casi gravi, anche per l’intero periodo. Ma non basta avere dolori, essere femmina ed essere fertile.

Comparando la situazione negli altri Paesi, anche nel Belpaese per avere il congedo mestruale la proposta di legge imporrebbe alle lavoratrici la presentazione di un certificato medico per attestare di essere affette da dismenorrea. Si possono richiedere massimo 3 giorni al mese e in questo periodo di assenza, non verranno detratti soldi dallo stipendio. Il certificato medico dovrà essere rinnovato entro il 30 dicembre dell’anno in corso e presentato al datore di lavoro entro 30 giorni dell’anno successivo. Possono richiederlo le donne lavoratrici con contratto a tempo indeterminato, subordinato e parasubordinato, full o part time, sia nel settore pubblico che privato.

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