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Diletta Leotta, foto hot rubate alla giornalista: Procura di Milano apre inchiesta

Da Redazione

Febbraio 01, 2017

Diletta Leotta, foto hot rubate alla giornalista: Procura di Milano apre inchiesta
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Ha fatto scalpore qualche mese il caso delle foto hot rubate alla giornalista Sky Diletta Leotta. A pochi giorni infatti dal caso del suicidio della ragazza napoletana vittima della diffusione di video che la ritraevano in atteggiamenti molto intimi, lo scorso settembre erano balzate al mondo del gossip, diffondendosi rapidamente in molti social network, una decina di foto e due video che la giornalista aveva salvato sul proprio account Cloud e che la ritraevano nuda. Si trattò molto probabilmente di una operazione di hackeraggio perpetrata ai danni della stessa Diletta Leotta che, amareggiata dall’accaduto e pronta a gestire la vicenda, definì il tutto come “Una gravissima violazione della privacy”.

Procura apre inchiesta sul caso Leotta: nessun indagato

Notizia di oggi è che la Procura di Milano ha deciso di aprire un fascicolo sul caso delle foto hot rubate alla giornalista sportiva di Sky, anche se al momento non ci sarebbe nessen indagato. Il reato formulato dal pubblico ministero è di “accesso abusivo al sistema informatico”,  punito nel nostro ordinamento con una pena fino a tre anni. Non appena accaduto il fatto, Diletta Leotta aveva presentato denuncia alla polizia postale con la speranza di verificare il reale responsabile della triste vicenda. Gli stessi giorni, tramite comunicato, l’ufficio stampa delle stessa giornalista Sky Diletta Leotta aveva diffuso il seguente messaggio rivolto a tutte le vittime di tale abusi simili: “Chiunque distribuisce con leggerezza una foto privata magari di un amico, di una fidanzata o di una ex senza chiedere il suo consenso commette un reato- si legge nella nota- Questo è ciò che tutti i ragazzi devono avere bene in mente perché una condivisione su WhatsApp o sui social, che non hanno sistemi di controllo dei materiali che transitano su di loro, diventa incontrollabile e senza possibilità di ritorno. La denuncia alla polizia è la prima cosa da fare”.

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