Inquinamento, ad oggi conta dodicimila vittime in otto anni: i dati shock
Da Redazione
Giugno 13, 2018
Coloro che abitano nelle zone interessate dall’ amianto, raffinerie o industrie chimiche e metallurgiche ha un rischio di morte pari al 4-5% a causa dell’inquinamento.
E questo, in un periodo di 8 anni, dove si sono registrate 5.285 morti per tumori e 3.632 per malattie dell’apparato cardiocircolatorio.
Morte ed inquinamento, i dati
I dati sono stati pubblicati durante il workshop “Un sistema permanente di sorveglianza epidemiologica nei siti contaminati”, tenutosi presso il Ministero della Salute.
Si parla di cifre degne di nota e nel complesso delineano un quadro coerente con quello emerso da vecchie rilevazioni. Questo vuol dire che non vi è stato ancora un buon miglioramento della situazione della contaminazione ambientale a livello nazionale.
In 360 pagine, il rapporto Sentieri ha messo in evidenza caratteristiche e problematiche di 45 Siti di Interesse Nazionale o Regionale (SIN/SIR) siti in tutta Italia: dalle miniere del Sulcis alle acciaierie dell’Ilva, dalle raffinerie di Gela alla citta’ di Casale Monferrato ‘imbiancata’ dall’eternit. Senza scordare il territorio del litorale flegreo con le sue discariche incontrollate di rifiuti pericolosi.
Inquinamento, cosa pensano i ricercatori
Amerigo Zona, primo ricercatore dell’Iss ha affermato che “Nella popolazione residente nei siti contaminati studiati è stato stimato un eccesso di mortalità per tutte le cause pari al 4% negli uomini e al 5% per le donne. Per tutti i tumori maligni la mortalità in eccesso è stata del 3% nei maschi e del 2% nelle femmine”.
Anzi, pare che in un periodo di 8 anni, dal 2006 al 2013, “è stato osservato un eccesso di mortalità per tutte le cause di 5.267 casi negli uomini e 6.725 nelle donne. Per tutti i tumori maligni è stata di 3.375 negli uomini e 1.910 per le donne. Il significato di questi dati va ora approfondito in ognuno dei territori considerati, anche con la collaborazione delle istituzioni, con gli amministratori locali e la società civile”.
I dati che sono stati prodotti servono in sostanza a comprendere quali sono gli interventi di risanamento ambientale più utili e urgenti per proteggere la salute umana
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