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Lemonsoda e Oransoda passano da Campari a Ceres

Da Redazione

Ottobre 05, 2017

Lemonsoda e Oransoda passano da Campari a Ceres
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Il colosso Campari dice addio a due famose bibite gassate: il colosso Royal Unibrew, famoso per la Ceres, acquisisce la Lemonsoda e vuole affermarsi anche nel mondo dei soft drink

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Campari vende Lemonsoda alla birra Ceres

Un piccolo terremoto sconquassa l’industria delle bevande analcoliche: Campari dice addio alle bibite gassate. E la birra Ceres sbarca in Italia comprando la Lemonsoda. È Il marchio è uno dei più celebri e famosi di soft drink, tanto da essere diventata essa stessa sinonimo di limonata nel linguaggio comune. Ora, il soft drink sarà di proprietà di Royal Unibrew, noto per la birra danese. Il magnate ha pagato 80 milioni di Euro per acquisire il marchio e anche lo stabilimento piemontese di Crodo, vicino alle famose terme.

Da Campari a birra Ceres, Lemonsoda leader soft drink

Per Campari è l’ennesima cessione: dopo aver scalato il marchio Grand Marnier, la più grande acquisizione di sempre per la casa italiana, la strategia del manager decennale della multinazionale della famiglia Garavoglia, Bob Kunze Concewitz, è quella di focalizzarsi sulla fascia più alta del mercato e razionalizzare il portafoglio prodotti, disboscando marchi per fare cassa e ripagare il debito di 1,2 miliardi di Euro. Per vendere la Lemonsoda era stata incaricata la banca d’affari Rabobank. Nei mesi scorsi erano già stati ceduti altri marchi, come la prestigiosa Sella&Mosca, la più grande tenuta vinicola d’Europa; e poi Lapostolle e Sancerre. Infine, poco prima dell’estate, la cessione in blocco di Carolans e Irish Mist, e alcune attività immobiliari per 228 milioni di Euro complessivi. Quest’anno Campari ha incassato 310 milioni, quasi la metà di quanto speso per acquisire Grand Marnier.

Perché Campari ha venduto la Lemonsoda

Al di là della notorietà dei nomi, bisogna dire che tutti i marchi ceduti erano diventate attività marginali per Campari. Lemonsoda, per esempio, pesava appena per il 2% del fatturato, con i suoi 33 milioni di ricavi. D’altro canto il Grand Marnier ha segnato uno spartiacque: fine delle acquisizioni, andate avanti per quasi 15 anni, e riposizionamento dell’azienda. Il focus su alcolici di fascia altissima, marchi internazionali come il gin Bullfrog e priorità è su brand globali, come Aperol e Campari, e alcuni locali molto forti, ovvero Averna, Braulio e Cynar. Mantenuto il Crodino perché viene abbinato all’aperitivo.

Il colosso della birra Ceres con Lemonsoda alla conquista del mondo

Dall’altra parte, la Royal Unibrew parte all’assalto del mercato italiano, con la regia della Vitale & Co. la boutique finanziaria che ha orchestrato l’operazione: conosciuta in Italia per la birra Ceres, in realtà la multinazionale danese è un colosso da 1 miliardo di capitalizzazione e un portafoglio molto vario di bevande alcoliche e analcoliche nel Nord Europa. Grazie alla Lemonsoda, che si porta dietro anche Oransoda e i derivati analcolici, l’acqua minerale Lisiel e Crodo, il gruppo straniero punta ad avere un maggior peso nei supermercati e nei consumi delle famiglie nel Nord e Sud Europa.

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