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“Mucca Pazza”, il nuovo test per le malattie come Parkinson e demenze

Da Redazione

Febbraio 13, 2018

“Mucca Pazza”, il nuovo test per le malattie come Parkinson e demenze
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Alcuni ricercatori hanno rilevato una valida efficacia di un test utilizzato da alcuni anni (per tutt’altro motivo) al fine di diagnosticare precocemente il morbo di Parkinson e varie forme di demenza. Questo test era quello che un tempo rilevava alcuni batteri come quello della sindrome della mucca pazza.

La diagnosi contro Parkinson e demenza con il test della mucca pazza

La sindrome della mucca pazza e la demenza sono accomunate dal forte declino cognitivo, anche se nel caso delle malattie da prioni, esso si manifesta in maniera quasi fulminante che porta alla morte del paziente (animale).

Ora sappiamo che le due patologie, Parkinson compresa, potrebbe essere accomunato da molto altro, ossia dal metodo diagnostico.

Ciò che differenzia il test per la diagnosi precoce delle malattie da prioni è che può rilevare la presenza del morbo di Parkinson o la demenza a corpi di Lewi, se sono allo stadio iniziale. L’attendibilità, stando alle ultime ricerche, rimane sotto il 93%. I risultati sono stato ottenuti da uno studio dell’Istituto Superiore della Sanità degli Stati uniti D’America (Nih).

Per giungere a simili conclusioni sono stati esaminati 60 campioni di fluido cerebrale spinale. Dei campioni, 12 persone avevano come malattia il Parkinson e 17 la demenza a corpi di Lewi. Nei 31 pazienti del gruppo di controllo, invece, 16 di loro avevano l’Alzheimer.

La scelta di usare uno strumento diagnostico del genere è nata dal fatto che anche il morbo di Parkinson e la demenza a corpi di Lewi causano un progressivo deterioramento delle funzioni cerebrali fino a indurre la morte.

Quanto conta la diagnosi precoce

La diagnosi precoce delle varie forme di demenza o il Parkinson è importante per avere a disposizione trattamenti che possano risultare molto efficaci. E’ anche fondamentale tenere a mente che le malattie progrediscono per anni prima della comparsa dei sintomi. I risultati dello studio sono stati pubblicati su Acta Neuropathologica Communications.

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