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Ovs si arrende: saltano più di 1000 posti di lavoro

Da Redazione

Giugno 03, 2018

Ovs si arrende: saltano più di 1000 posti di lavoro
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Ovs si arrende. Non dura più di due anni l’avventura di Ovs in Svizzera. Il gruppo italiano aveva mostrato sin da subito segni di cedimento: dopo aver guadagnato punti nell’autunno del 2016, è iniziata una continua fase di discesa che ha portato il gruppo italiano, nonostante le promesse, a dover fare a meno sempre più di personale. I tagli si sono susseguiti, fino ad un massimo di 1150: per i lavorati licenziati non è stato predisposto un piano sociale. Il crollo totale c’è stato nei giorni precedenti, quando Stefano Beraldo ha chiesto la moratoria concordatoria per evitare il fallimento.

Ovs si arrende: la panoramica del declino

L’avventura di Ovs in Svizzera è durata meno del previsto, e si è chiusa nel peggior modo possibile. La società di abbigliamento italiana, il cui nome è parlante (Organizzazione Vendite Speciali) aveva tentato la carta Svizzera, a partire dal 2016. I presupposti per un grande successo elvetico c’erano stati fin da subito, quando, nell’autunno dello stesso anno, erano stati rilevati 163 punti vendita dalla catena di abbigliamento Vögele. L’operazione, però, era stata già abbastanza caotica fin dall’inizio, e così si è rivelata nel tempo, con un declino sempre più continuato che ha portato, di fatto, allo sfiorare il fallimento.

Avevano tuonato, nelle settimane scorse, le parole di Arnaud Bouverat,  sindacalista: “Manca una comunicazione chiara e la gestione di Ovs è caotica”. Le parole eravano arrivano a seguito di diverse lamentele dei dipendenti, per via di carichi di lavoro eccessivi. In effetti, negli ultimi tempi la situazione era divenuta ingestibile anche per via delle promesse fatte da Alessandro Montalbano, che aveva parlato di 200 nuove assunzioni: in realtà, tutto ciò si era tramutato in 240 tagli.

Ovs si arrende, la decisione di Stefano Beraldo

Il tracollo definitivo c’è stato nei scorsi giorni, quando Stefano Beraldo, CEO dell’Ovs, ha deciso di chiedere la moratoria concordatoria per evitare il fallimento. La richiesta è stata accolta dal tribunale Höfe, situato nel Canton Svitto. Il sindacato Unia (l’equivalente, in soldoni, del nostro Cgil), non usato mezzi termini per definire la situazione creata da Ovs in Svizzera: “OVS ha sottoposto le collaboratrici e i collaboratori a pressioni tali che una parte di loro ha dato le dimissioni o si è ammalata. Unia si è vista costretta a segnalare diversi casi all’ispettorato del lavoro”.

Durante il periodo di moratoria concordatoria, l’azienda cercherà di rivendere quanti più stock di articoli possibili, per risanare – quanto possibile – la situazione. Il quadro è chiaro: 1150 posti di lavoro che andranno perduti, senza che sia stato predisposto, per loro, un piano sociale. Dunque, Ovs si arrende, e la causa di questa situazione è stata l’impossibilità di “posizionarsi convenientemente sul mercato elvetico”

 

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