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Reflusso gastroesofageo, dieta e stile di vita: cause, sintomi e soluzioni

Da Redazione

Aprile 16, 2019

Reflusso gastroesofageo, dieta e stile di vita: cause, sintomi e soluzioni
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Reflusso gastroesofageo e bruciore intestinale sono disturbi molto diffusi che non vanno assolutamente sottovalutati. La dieta e uno stile di vita poco sano possono esserne le cause principali. E’ una tipologia di disturbo che arreca non poco fastidio e a volte risulta davvero invalidante. Si tratta, tecnicamente, di una malattia che comporta acido e bruciore che risalgono dallo stomaco fino all’esofago. Vediamone brevemente cause, sintomi e soluzioni.

Contenuti

Reflusso gastrico, cos’è: diagnosi e dettagli

Il reflusso gastroesofageo è un tipo di disturbo, piuttosto diffuso, caratterizzato da un senso di bruciore che risale dallo stomaco fino all’esofago. Può essere causato da possibili danni alla mucosa esofagea. Cosa causa questi danni? Tra le eventuali ragioni, alcune anomalie motorie esofagee, tra le quali ritroviamo l’ernia iatale. Come si fa a capire di soffrirne? Secondo quanto riportato da CheDonna.it, la diagnosi di un disturbo da reflusso gastroesofageo può essere fatta anche se il problema insorge una sola volta a settimana.

Alcune ricerche hanno dimostrato che in Italia almeno un terzo della popolazione ne soffre una volta a settimana. Il reflusso gastroesofageo consiste nella risalita del contenuto gastrico dallo stomaco, attraverso la sezione che lo separa dall’esofago. Questo fenomeno può essere asintomatico, quando tenuto sotto controllo dai meccanismi fisiologici di base, quali la peristalsi o il flusso salivare. Diventa invece una condizione patologica quando si riscontrano sintomi di rilevante intensità.

Cause del reflusso gastrico: dieta e stile di vita

Tra le ragioni principali che portano a soffrire di un reflusso gastroesofageo troviamo una dieta squilibrata e uno stile di vita poco sano. Sicuramente i soggetti più inclini al disturbo sono quelli in sovrappeso: una pressione addominale elevata spinge sullo stomaco e accentua la risalita acida del reflusso. Fermo restando che la dieta e lo stile di vita sono le chiavi per risolvere il problema del reflusso gastroesofageo, vediamo alcuni consigli:

  • evitare cibi grassi e, soprattutto, caffè, cioccolato, aglio, cipolla, menta e vino.
  • smettere del tutto o ridurre il numero di sigarette.
  • mangiare lentamente per non affaticare l’addome.

Tra le altre cause si trova anche lo stress, la cui correlazione con il reflusso gastroesofageo è molto intensa. E’ stato dimostrato che provoca un rallentamento del traffico gastrico, aumentando gli episodi di risalita acida. Le cause del reflusso possono essere molteplici:

  • malfunzionamento della valvola che separa stomaco ed esofago.
  • presenza di un’ernia iatale
  • fattori fisio-patologici: aumento della pressione intra-addominale, caratteristico delle persone obese, ma anche delle donne in gravidanza, predispone maggiormente al rischio di reflusso gastro-esofageo.

Sintomi del reflusso gastroesofageo

La fisiologia dello stomaco si basa sull’acido cloridrico, una sostanza essenziale per sterilizzare il cibo e prepararlo all’assorbimento, ma corrosiva e capace di erodere la mucosa, portando a effetti come:

  • gastriti (caratterizzate dal bruciore di stomaco) o bruciore dietro lo sterno (detto pirosi)
  • nausea
  • vomito

Una volta riscontrati i sintomi, si rivela quindi fondamentale consultare il proprio medico, che prima dovrà sottoporre il paziente a una gastroscopia, e poi a esami più specifici. Anche se non è detto che le terapie debbano essere farmacologiche, una volta avuta la diagnosi, saranno necessarie alcune cure mediche specifiche che sappiano controllare la secrezione acida e proteggere la mucosa.

Il passaggio del succo gastrico nell’esofago può provocare un danno a livello della mucosa, portando a fenomeni erosivi o ulcere, o a patologie ancora più gravi come la stenosi e l’esofago di Barret. Sono anche piuttosto frequenti stati infiammatori a livello della faringe, della laringe e della trachea. Anche se più rara, in alcuni pazienti la sintomatologia da reflusso sfocia in fenomeni emetici, nausea e vomito, anche se le cause di questi eventi sono più difficilmente identificabili.

Soluzioni e rimedi per il reflusso gastroesofageo

Accanto ai rimedi di tipo farmacologico, incentrati su terapie antiacide ed antisecretorie, sono importanti una serie di accorgimenti e rimedi – a volte del tutto naturali e senza ricorrere alle medicine – per tenere sotto controllo la sintomatologia da reflusso.

Cibi e alimentazione

La prima cosa fa fare per prevenire e/o ridurre il fastidio del reflusso gastroesofageo è tenere sotto controllo il proprio peso corporeo, ancor prima di qualsiasi approccio terapeutico. Mantenere, quindi, uno stile di vita sano, praticando attività fisica costante e non eccedendo nella quantità dei pasti. E fondamentale non andare a dormire o non coricarsi subito dopo i pasti. Si consiglia inoltre di tenere la testata del letto alzata di alcuni centimetri.

Cibi da evitare

Può essere consigliato evitare o, perlomeno, non eccedere nell’assunzione di cibi che influenzino la secrezione acida dello stomaco, come appunto alcol e caffè. Tra le altre cose da evitare, sarebbe sano smettere di fumare o se non altro ridurre il numero di sigarette giornaliere.

Rimedi naturali

Il nostro organismo, per difendere lo stomaco dall’acido cloridrico, si serve sia di un manto protettivo steso sulla mucosa dello stomaco e del duodeno, sia di un sistema detto “acidostato” che controlla i livelli di acidità. Esaurita l’azione protettiva, il manto si disgrega, nutrendo i tessuti sottostanti e l’intero organismo.

Il problema del reflusso gastrico può essere curato e affrontato a livello farmacologico con l’assunzione di antiacidi, antisecretori gastroprotettori. Cure mediche efficaci ma che comportano, ovviamente, potenziali controindicazioni associate a effetti collaterali. Il collagene idrolizzato aiuta a mantenere il pH dello stomaco ai valori naturali e, quando unito al calcio fosfato tribasico, è in grado di creare un manto protettivo all’interno dello stomaco che non solo avverte i picchi di acidità gastrica, ma riesce a neutralizzarli prontamente, prima che abbiano effetti dannosi.

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