Loading...

Lettera35 Logo Lettera35
Sei Qui: Home » Sanremo 2023, “Quando ti manca il fiato” di Gianluca Grignani: testo e significato

Sanremo 2023, “Quando ti manca il fiato” di Gianluca Grignani: testo e significato

Da Redazione

Febbraio 10, 2023

Sanremo 2023, “Quando ti manca il fiato” di Gianluca Grignani: testo e significato
google news

Gianluca Grignani porta a Sanremo 2023 il brano “Quando ti manca il fiato”, profondo, sincero e colmo di emozioni: testo e significato della canzone.

Contenuti

Sanremo 2023, “Quando ti manca il fiato” di Gianluca Grignani

Gianluca Grignani torna sul palco del Teatro Ariston di Sanremo con un brano dal testo profondo e sincero, che emerge altresì nell’emozione dell’artista nell’atto di cantarlo.

Grignani non è nuovo a Sanremo: su quel palco ci è salito per sei volte, di cui 4 da artista in gara e 2 da ospite. Nell’edizione di Sanremo 2022 ha duettato con Irama durante la serata delle cover, la canzone scelta fu la sua “La mia storia tra le dita”.

L’artista ha debuttato a Sanremo nel 1995, nella categoria Nuove Proposte, con il brano “Destinazione paradiso. Nel 1994 desiderava partecipare con il singolo “La mia storia tra le dita”, ma non fu questo il caso. Nonostante ciò, il singolo è ormai parte della cultura musicale italiana.

Gianluca Grignani ha detto del suo nuovo inedito “Quando ti manca il fiato” che è stato scritto tempo fa, inoltre «ha un testo tosto» e richiede «le palle o una certa incoscienza» per essere cantata.

Testo di “Quando ti manca il fiato” di Gianluca Grignani

Di seguito il testo della canzone presentata da Gianluca Grignani a Sanremo 2023: “Quando ti manca il fiato”, scritta da Grignani e da Enrico Melozzi, che dirige l’orchestra del Teatro Ariston.

[Strofa 1]
Mio padre tornava la sera
Ed era forte quando era in vena
Questo lo ricordo bene
Sì, questo lo ricordo bene
Mio padre era uno dei tanti
Ma era il mio eroe quando mi sorrideva
Vivevamo ancora insieme
Questo lo ricordo bene
E poi, non ricordo più

[Strofa 2]
Dopo vent’anni dalla terra dei ricordi
Mi chiamano (Mi chiamano)
Spaccando in due il silenzio
Con uno squillo del telefono
“Ciao, sono papà
Come va Gianluca?”
Ma no che non sto male
Ma quando accadrà
Tu verrai o no al mio funerale?
Tu verrai o no?

[Strofa 3]
Ed io non ho parlato più
Ho tenuto tutto dentro
E ho messo giù
Poi ci ho pensato su
Sì ci ho pensato su

[Ritornello 1]
Ciao papà o addio papà
Io ti perdono
Le mie lacrime sono sincere
Ma c’è chi non lo farà
Tu accettala la verità
E in mezzo a chi finge cordoglio
Sarò il tuo orgoglio
Perché chi ha troppa libertà
Non ha parole
Quando fa male, ma male davvero
Sono coltelli che cadon dal cielo
Fan sanguinare anche l’uomo più duro
Anche se son cresciuto da solo a modo mio
Sì, e tu sai a modo mio

[Ritornello 2]
Ciao papà o addio papà
Questa canzone te la canto adesso
Perché tu sappia che ti amo lo stesso
E per il resto ognuno giudichi se stesso
Questa è l’unica legge che conosco e rispetto
Ti ricordi quando ti dicevo
Che la vita chiede i conti al passato
Proprio quando ti manca il fiato
E chi sa la verità
Mi dica perché faccio fatica a staccare le dita
Oh-oh
A smettere di suonare
Quando la musica è finita
È questo che devo imparare da te

[Outro]
Forse non volevi o me lo hai insegnato?
Non fare accordi con i ricordi
Quando ti manca il fiato

Significato di “Quando ti manca il fiato”: tra abbandono e perdono

“Quando ti manca il fiato” è un brano dal testo autobiografico dedicato al padre di Gianluca Grignani. L’artista racconta del rapporto complesso, che comprende l’abbandono, che lo lega alla figura paterna.

Nella prima strofa della canzone si ripercorre il periodo dell’infanzia di Grignani, e i suoi ricordi del papà. Nel testo si legge: “Era il mio eroe quando mi sorrideva. Vivevamo ancora insieme, questo lo ricordo bene”. A questo punto della canzone subentra l’abbandono: “E poi, non ricordo più”.

La storia continua venti anni dopo, quando Grignani riceve una telefonata dal padre, che chiede a suo figlio se un domani andrà al suo funerale. L’artista non risponde subito alla domanda: “Ed io non ho parlato più. Ho tenuto tutto dentro e ho messo giù. Poi ci ho pensato su”.

Arriva poi il perdono, con il primo ritornello della canzone che recita: “Ciao papà o addio papà. Io ti perdono, le mie lacrime sono sincere”. È nell’ultimo ritornello che il brano raggiunge l’apice dell’emozione, con Grignani che canta: “Questa canzone te la canto adesso perché tu sappia che ti amo lo stesso. E per il resto ognuno giudichi se stesso”.

Redazione Avatar

Redazione