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Untore dell’HIV, confermata la condanna a 24 anni di carcere

Da Redazione

Ottobre 30, 2017

Untore dell’HIV, confermata la condanna a 24 anni di carcere
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L’untore dell’Hiv resta in carcere. Dopo aver contagiato trenta donne e alcuni familiari, giustizia sembra esser stata fatta per le vittime. Stamattina la Corte D’Assise del tribunale di Roma ha confermato la condanna a 24 anni.

Untore dell’Hiv,  contagia 30 donne

Il caso riguardante l’untore dell’Hiv qualche tempo fa aveva sconvolto l’Italia. L’uomo affetto dalla mattia virale in pochissimo tempo è riuscito a contagiare ben trenta donne avendo rapporti sessuali non protetti. Subito dopo la scoperta e la conferma dei contagi le vittime hanno intrapreso una lunga battaglia legale che le ha portate ad avere riconosciuta una prima parte di giustizia. La Corte D’Assise del Tribunale di Roma oggi ha emesso la sua sentenza con l’untore dell’Hiv, Valentino Talluto, accusato e quindi condannato per epidemia dolosa e lesioni gravissime motivo per cui dovrà scontare una condanna totale di 24 anni di carcere.

Untore dell’Hiv, tra le vittime di contagio anche un bambino

La storia dell’untore dell’Hiv ha davvero qualcosa di incredibile. Sembrerebbe che l’uomo abbia contagiato le sue vittime quasi per una forma di protesta contro la vita. Ricordiamo che l’uomo ha agito dal 2006 al 2010 dopo aver scoperto di essere siero positivo, ma non solo… La mamma dell’untore dell’Hiv è morta con la stessa malattia quando lui aveva solo sei anni. Non a caso nel momento in cui Valentino Talluto si è reso conto di essere siero positivo ha intrapreso una lunga serie di relazioni che l’hanno poi portato a mettere insieme una serie di contagi a catena. Le vittime di contagio stimate ad oggi sono circa 30, tra i quali figura anche un bambino. L’untore di Hiv durante il periodo critico ha avuto diversi rapporti sessuali non protetti che hanno portato così alla trasmissione della malattia. Tra le vittime dell’untore di Hiv troviamo anche il marito e un bambino di due donne vittime di contagio.

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