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Aperture domenicali e giorni festivi, come funziona in Europa?

Da Redazione

Settembre 10, 2018

Aperture domenicali e giorni festivi, come funziona in Europa?
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Il Ministero dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio ha dichiarato l’intenzione di mettere fine alle aperture domenicali e festive entro la fine dell’anno. Di Maio, ospite alla Fiera del Levante ha detto: «Approveremo una legge con turnazioni e orario che non sarà più liberalizzato». Questa decisione però ha spaccato in due il paese.

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Stop aperture domenicali e festive liberalizzate

Quello delle aperture domenicali è un tema caldo, secondo Di Maio è necessaria una manovra. Nel corso di una diretta Facebook dalla Fiera del Levante di Bari ha spiegato che entro l’anno sarà approvata una legge per le chiusure nei weekend e nei festivi di centri commerciali ed esercizi commerciali. L’orario infatti non può essere liberalizzato questo meccanismo “sta distruggendo le famiglie italiane”. Intanto la Commissione Attività Produttive si ritroverà a discutere dei disegni di legge sulla chiusura domenicale il prossimo giovedì. La discrezionalità dell’apertura le domeniche e i festivi era stata introdotta con il decreto “Salva Italia” del Decreto Monti. Confcommercio e Confesercenti sembrano aperti al dialogo ma la grande distribuzione parla di posti di lavoro a rischio, almeno 50mila secondo l’amministratore delegato di Conad.

Il 25% dei negozi resterà aperto

Il vice-premier Luigi Di Maio, nel corso della trasmissione “L’aria che tira” di La7 ha cercato di fare chiarezza: «Ci sarà sempre un posto dove andare a fare la spesa. Ci sarà un meccanismo di turnazione per cui resterà aperto il 25% dei negozi, gli altri a turno chiudono». Sono state dunque definite le modalità con cui verranno posti dei limiti alla liberalizzazione. La proposta di legge prevede 8 aperture domenicali in un anno e introduce la turnazione per il sabato e i festivi, in modo da garantire il riposo alle categorie di lavoratori. La turnazione verrà decisa dal sindaco e dai commercianti sulla base della nuova legge, proprio come accadeva in passato. Eppure Forza Italia ha posto un problema serio, Maria Bernini, capogruppo di Forza Italia al Senato sostiene che: «Le chiusure domenicali imposte per legge non sono un regalo a lavoratori e piccoli commercianti, ma ad Amazon e a tutti i siti di vendita online».

Aperture domenicali in Europa, ecco le regole

Gli Stati Membri dell’Unione Europea possono decidere liberamente in materia di aperture domenicali e festive. C’è solo un vincolo (direttiva europea 2003/88/EC), e cioè concedere al dipendente un giorno di riposo su sei giorni lavorati. In Germania le norme erano restrittive, la legge in vigore prima del 2013 era la Ladenschlussgesetz, introdotta nel 1956. I Land scelgono il numero di giorni festivi per l’apertura e ci sono delle deroghe, a Berlino per esempio i negozi vicino alla metropolitana e alla stazione possono anche restare aperti tutto l’anno. Più complessa la normativa in Francia dove nei festivi è vietata l’apertura, tuttavia esistono le deroghe per le aree metropolitane di Parigi, Marsiglia e Lille e altre città “turistiche” tra cui Nizza, Le Havre e Bordeaux, solo per citarne alcune (sono circa cinquecento). Le eccezioni però non fanno la regola infatti nel 2008 IKEA Francia, che apriva nei festivi, è stata multata per effetto di una legge del 1906.

In Gran Bretagna, Margaret Thatcher ha tentato la liberalizzazione nel 1986 ma ha fallito. In Inghilterra e Galles infatti le aperture domenicali sono state proibite sino al 1994, nonostante alcune catene di retail abbiano deciso comunque di trasgredire la legge e pagare multe molto salate. Nel 1994 con il Sunday Trading Act sono state permesse le aperture ai negozi con superfici superiori ai 280 metri quadrati, con vincoli maggiori per i giorni di Pasqua e Natale. In Spagna la situazione è molto diversa, lo shopping domenicale è stato liberalizzato negli anni ’80. La regola prevede un’apertura al mese tranne nel mese di dicembre, ma le comunità autonome possono decidere per conto loro e non mancano le deroghe per le zone turistiche dove i negozi sono sempre aperti, anche di notte.

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