Bioshopper: dal 1 gennaio obbligatori in tutte le catene commerciali
Da Redazione
Gennaio 03, 2018
Dal 1°gennaio parte l’obbligo di utilizzo delle ”bioshopper” come incarto primario per gli alimenti di gastronomia, macelleria, pescheria, frutta verdura e panetteria.
Tutte le vecchie buste ultraleggere in plastica verranno rimpiazzate da quelle biodegradabili e i supermercati si stanno uniformando alla legge mettendo all’entrata un avviso che dice “Gentile Cliente… ti comunichiamo che è in vigore la legge che impone che vengano utilizzati sacchetti compostabili e biodegradabili idonei al contatto alimentare in sostituzione dei sacchetti di plastica”.
Bioshopper e inquinamento ambientale
Tale scelta è volta a combattere l’inquinamento ambientale e il neo delle microplastiche che popolano il mare. Per questo motivo ogni commerciante dovrà vendere singole buste a un prezzo compreso fra gli 1 e i 5 centesimi.
Inoltre per rispettare le norme igieniche non possono essere usati sacchetti propri, portati direttamente da casa e dunque, se si vuole acquistare frutta, verdura o altri prodotti, bisognerà spendere quel centesimo per le bioshopper. Sei venditori non rispetteranno l’obbligo di legge saranno soggetti a multe esose oscillanti da 2.500 a un massimo di 25 mila euro.
La polemica degli italiani
La legge ha avuto l’entusiasta benestare delle associazioni ambientaliste e viceversa la forte critica dei consumatori.
Per Legambiente l’innovazione portata ha un prezzo perciò è più che giusto che i bioshopper siano a pagamento, purché il valore sia equo e non superabile i 2/3 centesimi a busta”.
Al contrario, il Codacons parla dell’ennesimo aggravio sulle famiglie in quanto ogni volta che si farà la spesa al supermercato si spenderanno fino a 10 centesimi di euro per ogni sacchetto, in quanto è obbligatorio utilizzare un sacchetto per ogni genere alimentare, non potendo mischiare prodotti che vanno pesati e che hanno prezzi differenti. Tutto ciò costerà annualmente alle famiglie dai 20 ai 50 euro a famiglia a seconda della frequenza di andare a fare la spesa. E infatti il presidente Codacons Carlo Rienzi definisce questi costi una “tassa occulta”.
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