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Dieta vegana, un rischio neurologico per il feto se si è in gravidanza

Da Redazione

Marzo 02, 2018

Dieta vegana, un rischio neurologico per il feto se si è in gravidanza
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La dieta vegana e vegetariana sono bandite durante la gravidanza, in quanto portano una carenza di vitamina B12 che provoca danni neurologici permanenti per il neonato.

L’allarme arriva dagli esperti dell’ ospedale Bambino Gesù di Roma e dell’ospedale Meyer di Firenze che hanno effettuato uno screening neonatale esteso, in seguito ai regimi alimentari sbagliati della madri che hanno portato l deficit dell’importante vitamina. Si è passati, spiegano gli esperti, dai 42 casi del 2015 ai 126 del 2016.

Dieta vegana, lo studio

Carlo Dionisi Vici, responsabile dell’Unità operativa complessa di patologia metabolica dell’ospedale Bambino Gesù di Roma spiega che   “La vitamina B12, o cobalamina, è contenuta negli alimenti di origine animale, ha un importante ruolo nello sviluppo del sistema nervoso centrale e il suo fabbisogno aumenta in gravidanza. Se la madre non ne assume abbastanza, o peggio non ne assume affatto, può creare al neonato danni neurologici già in utero, che proseguono e peggiorano nei mesi successivi, con l’allattamento

Le donne in gravidanza dovrebbero dunque mangiare, accanto alla frutta e alla verdura, anche latte, uova e alimenti ricchi di vitamina B12. Il deficit materno di vitamina B12 oggi affligge circa 1 neonato su 4.000, e tale condizione si ritrova nei figli degli immigrati originari di paesi come il Pakistan, il Bangladesh o l’India.

Regime alimentare in gravidanza, un’attenzione in più per la salute del feto

Inoltre gli esperti hanno spiegato che basta poco per prevenire danni neurologici al feto. Ilaria Ciancaleoni Bartoli direttore dell’Osservatorio Malattie Rare spiega che “Trattandosi di una malattia molto grave, ma in molti casi anche facilmente evitabile, fare corretta informazione diventa un dovere etico che spetta a medici, media e istituzioni: una campagna di informazione seria e condivisa potrebbe salvare molte vite”.

Quindi sin dai primi mesi di vita la scelta migliore è quella che comporta l’assunzione di alimenti vegetali e l’uso limitato di prodotti animali. La Sipps, insieme alla Fimp e alla Società italiana di medicina perinatale ha voluto approfondire il problema dell’adeguatezza delle diete vegetariane inerenti alla crescita ed allo sviluppo neurocognitivo dei bambini.

Pure in Italia, come nel resto del mondo il numero delle persone che riguardano stili alimentari diversi, fra cui i vegetariani, nelle più totali varianti, è in netto svilippo.

In alcuni casi intere famiglie, intraprendono nuovi regimi alimentari, e così i bambini mangiano male per la loro crescita.

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