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Emergenza Coronavirus: cinque positivi in Premier League, sospeso il campionato

Da Redazione

Marzo 13, 2020

Emergenza Coronavirus: cinque positivi in Premier League, sospeso il campionato
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Vero e proprio caos in Premier League, con cinque casi che si sono presentati tutti insieme – dopo le indiscrezioni degli ultimi giorni che sono state confermate dall’esito dei tamponi effettuati sui professionisti oggetto di analisi – che hanno portato alla sospensione del campionato professionistico inglese. La decisione dell’organo professionistico britannico è arrivato a seguito del primo caso di Coronavirus nel campionato di Premier League – l’attaccante del Chelsea Hudson-Odoi – e dopo la scoperta di altri quattro casi nello stesso campionato: tre del Leicester non ben specificati e uno dell’Arsenal, l’allenatore Mikel Arteta. Quali saranno le misure adottate nell’ambito del campionato di calcio britannico?

Hudson-Odoi è il primo caso di Coronavirus in Premier League

E’ Callum Hudson-Odoi il primo calciatore ad essere risultato positivo al Coronavirus in Premier League. Il mondo del calcio era già stato particolarmente interessato dal fenomeno COVID-19 dopo la positività di Daniele Rugani e Manolo Gabbiadini in Italia, che avevano portato all’isolamento di Juventus e Inter in primis, della maggior parte degli altri team di Serie A poi.

La Premier League, che non aveva adottato misure di sicurezza per la gestione del fenomeno (i match, tranne Manchester City-Arsenal, sono stati tutti giocati e a porte aperte), si è trovata a dover fronteggiare cinque casi contemporaneamente, che sono stati evidenziati a seguito dei tamponi effettuati sui professionisti del settore. L’attaccante del Chelsea è stato il primo a risultare positivo, inaugurando la sfortunata tendenza anche nel mondo della Premier League che, dovendosi adattare di conseguenza, ha deciso di optare per la sospensione del campionato. 

E’ stato proprio il Chelsea a riportare della positività da parte dell’attaccante: “Il giocatore della squadra maschile Callum Hudson-Odoi è risultato positivo al test del Coronavirus. Il personale del Chelsea che è stato in contatto con lui in questi giorni si autoisolerà come da disposizione governative. Tra le persone in quarantena ci sarà tutta la squadra, lo staff tecnico e i collaboratori del club”. 

“Callum ha manifestato sintomi simili a un lieve raffreddore lunedì mattina e da allora non è più sul campo di allenamento come precauzione. Tuttavia, il suo test si è rivelato positivo stasera e subirà quindi un periodo di autoisolamento – ha spiegato il Chelsea attraverso il suo comunicato -. Nonostante sia risultato positivo per il virus, Callum sta bene e non vede l’ora di tornare al campo di addestramento non appena sarà possibile. Continueremo ad aderire alle Linee guida del governo e della sanità pubblica in merito alle nostre strutture e al nostro personale e discuteremo il da farsi per le nostre partite con la Premier League venerdì mattina. Forniremo ulteriori aggiornamenti, se necessario, tramite il sito Web del club. Auguriamo a Callum una pronta guarigione e non vediamo l’ora di dargli il benvenuto nel club”.

Dal suo canto, l’attaccante ha voluto rassicurare tutti attraverso i suoi canali social, all’interno dei quali ha affermato di star bene: “Grazie a tutti per i messaggi di sostegno, come dico nel video sto bene e spero di rivedervi al più presto”.

Mikel Arteta è positivo al Coronavirus: Arsenal e Everton in isolamento

Gli altri quattro casi di Coronavirus in Premier League che sono stati riscontrati nel contesto del campionato inglese sono quelli di Mikel Arteta, allenatore dell’Arsenal ed ex giocatore dei Gunners, e tre calciatore del Leicester, che non sono stati però ben identificati. Per questo motivo, l’Arsenal e il Leicester hanno scelto di andare in isolamento volontario per evitare la diffusione del contagio. Stessa sorte è toccata anche all’Everton, per un sospetto caso nel team di Liverpool che ha portato alla quarantena per Carlo Ancelotti e tutto il team.

Anche in questo caso l’annuncio è arrivato direttamente da parte del team: “L’Everton Football Club può confermare che, come misura precauzionale, tutta la prima squadra e il personale tecnico stanno vivendo un periodo di autoisolamento a seguito di una consulenza medica. Il passo è stato fatto dopo che un giocatore della prima squadra ha riportato sintomi collegabili con il Coronavirus. Il Club è regolarmente in contatto con il giocatore in questione e sta monitorando il benessere di tutti i giocatori e dello staff. La salute, il benessere e la sicurezza di tutti i giocatori, il personale e le parti interessate dell’Everton sono la priorità assoluta del club. Pertanto, il club ha deciso di chiudere tutti i luoghi di lavoro dell’Everton, tra cui la USM Finch Farm, Goodison Park e il suo quartier generale presso il Royal Liver Building nel centro di Liverpool”.

In molti, nelle ultime ore, hanno ironizzato molto circa la situazione del Liverpool, primo in classifica e penalizzato dalla situazione del Coronavirus. Nonostante ciò, la formazione guidata da Jurgen Klopp ha accettato le misure – anche in virtù del fatto che il campionato che non sembra essere messo assolutamente in discussione, nonostante la sospensione – della Premier League. 

Queste le dichiarazioni del team inglese: “Il Liverpool continua a implementare le misure suggerite dal governo sull’epidemia di coronavirus e ritiene benvenuta la decisione odierna della Premier League di rinviare tutte le partite, nell’interesse dei calciatori, degli addetti ai lavori e dei tifosi. Il club ha implementato le sue precauzioni nei luoghi di lavoro per minimizzare il contatto, rinforzando l’invito a tutti a mantenere l’igiene personale. I biglietti già acquistati per le partite saranno validi nei giorni in cui i match saranno recuperati. E se qualcuno non potrà assistere al match nella nuova data, ci sarà un rimborso”.

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