Enrico Mattei: 60 anni fa moriva in un attentato il partigiano fondatore di Eni
Da Redazione
Ottobre 27, 2022
Partigiano, imprenditore, visionario: Enrico Mattei ci lasciava 60 anni fa in un attentato rimasto senza mandanti. Il Presidente Mattarella lo ricorda come un costruttore della Repubblica.
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60 anni fa in un attentato moriva Enrico Mattei, mai trovati i responsabili
La sera del 27 ottobre del 1962, Enrico Mattei perse la vita: l’aereo su cui viaggiava di ritorno da Catania verso Milano, precipitò nelle campagne di Bascapè, vicino l’aeroporto di Linate.
Persero la vita nello schianto anche il pilota Irnerio Bertuzzi e il giornalista statunitense William McHale della testata Time-Life.
A far pensare ad un attentato, furono le testimonianze di alcuni cittadini che dichiararono di aver visto una fiammata nel cielo, come se l’aereo fosse esploso.
Uno dei testimoni, l’agricoltore Mario Ronchi, sostiene: «il cielo era rosso, bruciava come un grande falò, e le fiammelle scendevano tutte intorno… Un aeroplano si era incendiato e i pezzi stavano cadendo sul prato, sotto l’acqua».
Il contributo di Enrico Mattei nella costituzione della Repubblica Italiana
Enrico Mattei è stato un imprenditore, un partigiano, un politico e un dirigente pubblico italiano.
Da partigiano, durante la Seconda Guerra Mondiale ha preso parte alla Resistenza, diventandone uno dei protagonisti: è stato una figura di spicco del Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI).
Nel 1945 viene nominato commissario liquidatore dell’Agip, creata nel 1926 dal regime fascista. Enrico Mattei riorganizza l’azienda e fonda l’Eni, divenuta multinazionale del petrolio grazie alle capacità imprenditoriali visionarie di Mattei.
L’obiettivo, da imprenditore ma anche da cittadino, di Enrico Mattei, era trasformare l’Italia in una potenza mondiale. Per farlo, doveva assicurarsi innanzitutto che il Paese acquisisse l’indipendenza energetica, e nel perseguimento di questo scopo, ha sfidato le grandi lobby anglo-americane ed ha stipulato accordi con Medio Oriente e Unione Sovietica.
Sebbene le circostanze della sua scomparsa restino poco definite, è emerso che si sia trattato di un attentato, probabilmente un esplosivo a bordo, e che nelle indagini fossero coinvolti i servizi segreti.
Il Presidente Mattarella ricorda Enrico Mattei a 60 anni dalla sua scomparsa
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricordato Enrico Mattei, e il suo contributo nella costruzione della Repubblica Italiana.
«Enrico Mattei moriva sessant’anni fa in un incidente aereo sul quale grava l’ombra di un criminale attentato. Mattei fu un protagonista della costruzione della Repubblica. Componente del Comando Generale del Corpo Volontari della Libertà sfilò a Milano con gli altri comandanti alla testa del corteo che celebrava, il 6 maggio 1945, la liberazione della città dalle forze nazifasciste. Fu uomo delle istituzioni, eletto Deputato al Parlamento dell’Italia democratica.
Mattei mise a disposizione la sua esperienza di dirigente industriale dando impulso alla ricostruzione con una forza e una capacità di leadership che lo hanno reso una personalità simbolo della ripresa produttiva del Paese nel dopoguerra. La sua visione fece del gruppo, che gli era stato affidato per liquidarlo, uno strumento rilevante di progresso del Paese e di definizione di un nuovo assetto nei rapporti internazionali, superando ogni tentazione neo-coloniale e puntando alla pari dignità tra i diversi attori, promuovendo e sostenendo le istanze di liberazione dei popoli.
L’Italia e l’Eni divennero così interpreti di un atteggiamento costruttivo di sostegno al processo di decolonizzazione in atto, come nel caso dell’Algeria, per accordi equi nell’interesse reciproco. L’idea di collaborazione, di cui Enrico Mattei fu portatore sul piano internazionale, ha recato grandi benefici all’Italia e, al tempo stesso, ha contribuito a consentire ai Paesi produttori di petrolio e gas di sottrarsi alla condizione di minorità in cui si trovavano. La sua azione ha contribuito a porre l’Italia al crocevia dei dialoghi di pace e cooperazione per lo sviluppo.
Con coraggio ha proseguito nella sua opera, pur conoscendo bene quali poteri e quali interessi gli erano avversi. Il suo esempio e la sua figura appartengono a pieno titolo alla schiera dei costruttori della Repubblica»
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