Metodo PRP contro la calvizie, sostanze estratte dal plasma, funzionano?
Da Redazione
Marzo 21, 2018
La perdita di capelli non è una questione proprio negativa, ma può comunque incidere fortemente la qualità della vita, in particolare nelle donne, ecco dunque che all’orizzonte c’è il metodo prp che potrebbe salvare il cuoio capelluto.
Un’analisi su Jama Dermatology ha dimostrato che più della metà delle persone colpite da alopecia vivono male questo disturbo causando sintomi di ansia o depressione.
Metodo PrP, continuano gli studi contro la calvizie
Nel frattempo i trattamenti contro la calvizie stanno andando avanti, cercando rimedio anche ai casi più drastici di alopecia androgenetica, in cui avviene un progressivo ed evidente assottigliamento della radice del capello per cause genetiche e ormonali.
Antonino Di Pietro, direttore dell’Istituto Dermoclinico Vita Cutis di Milano sostiene che «Sappiamo che nell’alopecia androgenetica c’è una compromissione dell’attività delle cellule germinali da cui origina il bulbo, che rappresentano una sorta di “sala regia” per la formazione del capello»
Tra i trattamenti più dibattuti c’è il cosiddetto PRP, o Plasma Ricco di Piastrine, un metodo di iniezione nel cuoio capelluto un concentrato di fattori di crescita ricavati dal plasma sanguigno per rinvigorire i centri nevralgici del capello.
Secondo gli studi scientifici internazionali questo trattamento favorisce il rinvigorimento dei capelli e una ricrescita sostanziale in circa l’80% dei casi.
Pare che la riuscita di questa tecnica dipenda dalla preparazione usata per isolare i fattori di crescita dal plasma. Anche il semplice uso della centrifuga per isolare il plasma arricchito di piastrine può avere influenza sui risultati del trattamento.
Passo avanti con il metodo PRP?
Di Pietro prosegue dicendo «La PRP funziona con maggior successo nelle fasi iniziali, in cui si riesce ad arrestare la perdita dei capelli e a rinvigorire quelli presenti. In caso di calvizie in fase avanzata, la terapia ha scarsi risultati poiché i bulbi sono ormai in fase di atrofia»
Le ricerche in corso per rendere precisa questa tecnica sono tante: alcune si basano sull’utilizzo combinato di fattori di crescita ricavati da batteri al fianco della PRP, altre utilizzano la tecnica di iniezione del plasma arricchito di piastrine nel cuoio capelluto.
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