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Naufragio migranti: intervento di Emergency, Save the Children e Medici senza Frontiere

Da Redazione

Febbraio 27, 2023

Naufragio migranti: intervento di Emergency, Save the Children e Medici senza Frontiere
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Emergency, Save the Children e Medici senza Frontiere non restano indifferenti al tragico naufragio di migranti nel mar Ionio: le denunce e i piani di azione.

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La denuncia di Emergency: “Tragedia attesa e che si può ripetere”

Emergency è tra le prime organizzazioni umanitarie a denunciare la tragedia consumatasi al largo delle coste calabresi nella notte del 26 febbraio 2023. Interviene Emanuele Nannini, responsabile Sar di Emergency, le sue parole non lasciano nulla all’immaginazione.

Le rotte migratorie sono sempre esistite, non si possono fermare ma solo gestire in maniera intelligente, mettendo la vita delle persone in primo piano. Se si innalzano muri la gente cercherà di scavalcarli e affronterà sempre più rischi per farlo. L’accordo Europa-Turchia è un chiaro esempio di come intercettazioni e restringimenti non solo non fermano i flussi ma li rendono molto più pericolosi. Così, invece, di fare poche miglia, dalla Turchia alla Grecia, sapendo che una volta arrivati vengono respinti affrontano oltre mille miglia di navigazione, cinque-sei giorni in mare per raggiungere l’Italia”.

Una “tragedia attes”, quindi, che rischia di ripetersi. Dinanzi ad una simile situazione, una possibile soluzione secondo Emergency include: “canali sicuri, combattere le cause per cui queste persone migrano e oggi, in maniera emergenziale, fare in modo che ci sia un sistema di ricerca e soccorso per evitare che simili tragedie possano accadere.

E ancora: Quello che è accaduto in Calabria si potrebbe ripetere tra qualche ora. Assistiamo sempre alla stessa indignazione davanti a ogni tragedia ma non cambia mai nulla. Anzi, una grande nave, come la Geo Barents di Msf è bloccata, ferma in porto ad Augusta per 20 giorni per un cavillo”.

Il cordoglio di Save the Children: “È una situazione di grandissima sofferenza”

Save the Children partecipa al cordoglio di quanto accaduto in Calabria, riflettendo sulla terribile perdita di vite umane, bambini inclusi, e al profondo dolore e alla solitudine dei minori sopravvissuti.

Giovanna Di Bendetto di Save the Children ha dichiarato:

“Sono pochissimi i minori non accompagnati qui al Cara di Crotone, per lo più afgani. È un dramma immenso, molti di loro pur avendo degli adulti di riferimento hanno perso molte persone. È una situazione di grandissima sofferenza”.

E continua: Siamo intervenuti subito a supporto dei sopravvissuti per dare una risposta ai minori che abbiamo incontrato. Ci hanno raccontato di essere partiti quattro giorni fa dalla Turchia, molti di loro sono in una sofferenza emotiva, di grande shock perché hanno visto le persone sparire tra le onde. Ora seguiranno il percorso dei nuclei familiari, mentre i pochissimi minori che non sono accompagnati andranno nelle strutture loro dedicate”.

L’incontro di Medici senza Frontiere con i sopravvissuti

Medici senza Frontiere condivide il lavoro che sta svolgendo per offrire supporto psicologico ai sopravvissuti del naufragio. Sergio Di Dato, responsabile dell’intervento di MSF a Crotone, fa il punto della situazione durante una conferenza stampa online.

“Ieri abbiamo iniziato a incontrare le persone e a dare una risposta a un bisogno fondamentale, quello di informare i familiari di essere sopravvissuti e, per la maggior parte delle persone, anche di dare l’informazione dei decessi di familiari”

E aggiunge: “Ci sono 60 persone. Sono quasi tutti nuclei familiari, quindi ogni persona ha avuto una perdita di un parente vicino. Ci sono casi che abbiamo iniziato ad attenzionare in maniera profonda, come quello di un ragazzo di 16 anni che era in viaggio con la sorella, partiti dall’Afghanistan perché per la sorella le condizioni di vita nel paese d’origine erano divenute inaccettabili. Il ragazzo ha raccontato che, quando sono arrivati a circa 150 metri dalla costa, l’imbarcazione è esplosa. In realtà sembrerebbe che abbia urtato uno scoglio o che la condizione di questo peschereccio di legno non abbia retto il peso delle persone a bordo”.

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