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Pigmentazione tricologica, la nuova frontiera per risolvere la perdita dei capelli

Da Redazione

Settembre 04, 2017

Pigmentazione tricologica, la nuova frontiera per risolvere la perdita dei capelli
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Per contrastare gli inestetismi dell’alopecia si usano fiale ed altri farmaci per arrestare la caduta dei capelli, e molto spesso si ricorre poi all’autotrapianto quando oramai la situazione sembra essere irreversibile. La Tricobionica , pur tuttavia, offre una soluzione molto interessante per chi ha totalmente perso i capelli, e per chi, sfruttando il cosiddetto ‘camouflage’, vuole apparire come se avesse i capelli rasati.

Con la tricopigmentazione, che è detta anche pigmentazione tricologica’, è infatti possibile andare a colorare il cuoio capelluto utilizzando dei pigmenti che, oltre ad essere particolari e adatti allo scopo, sono pure anallergici. In particolare, per chi ha perso del tutto i capelli con la tricopigmentazione si ottiene il cosiddetto effetto jump, ovverosia quello del capello rasato, ma la tecnica è efficace, con risultati tangibili e visibili, anche in quei soggetti che hanno delle aree diradate. In tal caso la pigmentazione tricologica, infatti, permette di generare un chiaro effetto di infoltimento o comunque di un palese aumento della densità capillare.

Con questa tecnica, quindi, i capelli non vengono rigenerati o trapiantati, ma vengono disegnati con pigmenti anallergici che, aventi lo stesso colore dei capelli del soggetto, sono permanenti oppure possono essere bioriassorbibili. A lavoro concluso chi si sottopone ad un intervento di pigmentazione tricologica potrà godere di un effetto non solo naturale, ma anche realistico in quanto sul derma superficiale della testa i pigmenti vengono posizionati ad una distanza omogenea gli uni dagli altri.

Il numero di sedute necessarie per completare un lavoro di tricopigmentazione dipende e varia in ragione delle aree da trattare ed è comunque sempre efficace per chi presenta dei diradamenti generici dei capelli, per chi è portatore di protesi come ad esempio i parrucchini, e per chi presenta alopecia areata o alopecia androgenetica, ovverosia quella che tutti conoscono come la calvizie. Gli effetti positivi a conclusione del trattamento, come sopra accennato, spaziano dall’aumento della densità capillare all’effetto rasato e fino ad arrivare alla completa ricostruzione dello scalpo. L’aumento della densità capillare, a sua volta, aumenta l’effetto folto, riduce la discromia e nello stesso tempo riduce pure le trasparenze.

La tecnica con i pigmenti biocompatibili e bioriassorbibili comporta in media una volta l’anno ad intervenire con piccoli ritocchi al fine di rinvigorire il colore del trattamento. In alternativa ci sarebbe pure il trattamento di tricopigmentazione con pigmenti definitivi, ma trattasi di una scelta che, essendo molto delicata, deve essere valutata con estrema attenzione insieme allo specialista dermopigmentista.

Mediamente bastano un massimo di tre sedute per completare il trattamento, mentre i risultati si iniziano a vedere dopo sette giorni considerando che l’area trattata prima deve cicatrizzare, e dopo i pigmenti dovranno assestarsi ed aumentare di dimensione in modo che la copertura sia ampia ed estesa. Per chi si affida al trattamento di pigmentazione tricologica, inoltre, occorre evitare l’esposizione diretta e prolungata ai raggi UV così come, tra l’altro, sono da evitare le applicazioni sulla testa di topici che sono a base alcolica.

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