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Stupro di Roma, un rom adescava le sue vittime su Facebook

Da Redazione

Novembre 04, 2017

Stupro di Roma, un rom adescava le sue vittime su Facebook
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Da ore ormai si parla del caso soprannominato lo Stupro di Roma, una serie di atti violenti e feroci messi in atto da un ragazzo rom. Dalle indagini è emerso che il ragazzo appena ventenne adescava le sue vittime, tutte minorenni, attraverso Facebook. A denunciare tutto è stata la mamma di una delle ragazzine violentate, contatta subito dopo dal rom che le avrebbe chiesto il permesso di uscire con la figlia.

Stupro di Roma, rom contattava le vittime su Facebook

Il caso relativo allo Stupro di Roma racconta una lunga serie di violenze messe in atto da Mario Seferovic, un rom di soli vent’anni. Secondo quanto emerso dall’attività investigativa il ragazzo rom contattava le sue vittime, tutte minorenni, su Facebook. Qualche giorno di messaggi in chat al fine di accaparrarsi la propria fiducia per poi chiedere il fatidico appuntamento durante i quali si consumavano le brutali violenze carnali. La denuncia è partita dalla famiglia di una ragazza di quattordici anni, vittima del rom, la quale ha raccontato immediatamente quanto subito. La madre della quattordicenne ha raccontato di essere stata contattata dal rom Seferovic che le avrebbe chiesto il permesso di uscire con la figlia. In una fase successiva è emerso che la chiamata in questione era frutto di una tattica del giovane per vedere se la sua ultima vittima avesse raccontato la violenza subita.

Stupro di Roma, il Gip sul ragazzo rom: “Una ferocia non comune”

Il rom Mario Seferovic, secondo quanto spiegato nell’ordinanza di misura cautelare dal Gip Cosentino De Robbio, non avrebbe agito da solo. Nel corso delle ultime ore infatti le manette sono scattate anche per il complice Mailon Halilovic. Il gip nella sua ordinanza sul ragazzo rom ha detto: “Violenze sono state ideate e portate a termine, sono sintomatiche di estrema freddezza e determinazione, unite a una assoluta mancanza di scrupoli e a non comune ferocia verso le vittime degli abusi”.

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