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Antibiotici e abuso, la Campania è al primo posto per consumo

Da Redazione

Febbraio 20, 2018

Antibiotici e abuso, la Campania è al primo posto per consumo
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In Italia c’è un vero e proprio abuso di antibiotici. La Campania, seguita da Sicilia e Calabra, risulta essere la regione nella quale si fa un uso spropositato di antibiotici. Il problema è fino a che punto vada a nuocere alla salute e che rischi comporti per il futuro.

Abuso di antibiotici, spesso dipende dalla resistenza dei batteri

L’abuso di antibiotici è spesso una conseguenza della resistenza dei batteri all’attività dei farmaci.

Per questo, in occasione del ciclo di incontri «Donne che Sanno», alcuni tra i maggiori esperti napoletani si sono confrontati sul tema, partendo da una domanda che in molti si pongono e cioè come ci si può difendere da una situazione del genere.

Il punto di partenza è l’informazione. Il ricorso agli antibiotici cambia di regione in regione, con alti consumi da Sud verso Nord. Se i valori di consumo riscontrati sono mini a Bolzano e in Friuli Venezia Giulia, ciò non avviene al sud, basti pensare che in Calabria e Sicilia spesso si raggiungono anche le 35 dosi.

E purtroppo la Campania detiene il primato con quasi 50mila i casi di infezioni da batteri antibiotico resistenti. Circa la metà dei casi di infezione antibiotico resistente riscontrati sono stati riscontrati nei soli reparti di terapia intensiva, medicina r chirurgia.

Antibiotici e abuso, parla l’esperto

Per Silvestro Scotti, medico di medicina generale e presidente dell’Ordine dei Medici di Napoli, ci vuole una vera e propria rieducazione affinché «le vaccinazioni, su cui oggi tanto si discute, si facciano per curare soprattutto una serie di infezioni, sulle quali si interviene poi con gli antibiotici».

Carlo Tascini, direttore della prima divisione di malattie infettive a indirizzo neurologico del Cotugno ci tiene a sottolineare come in Campania si registri un antibiotico resistenza pari al 43%. Egli infatti dice che “sono dati allarmanti da confrontare con la Francia, dove questa resistenza è al 5%“.

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