Loading...

Lettera35 Logo Lettera35
Sei Qui: Home » Dossier IMU: quali sono le categorie catastali colpite da questa imposta?

Dossier IMU: quali sono le categorie catastali colpite da questa imposta?

Da Redazione

Aprile 23, 2020

Dossier IMU: quali sono le categorie catastali colpite da questa imposta?
google news

All’epoca in cui fu abolita l’ICI, erano in molti a festeggiare l’abbattimento di una tassa che, agli occhi della maggior parte delle persone, veniva vissuta con fastidio e reputata “poco democratica”. Questa gioia, però, si rivelò effimera e di breve durata: a distanza di poco tempo sulle scene è apparsa l’IMU, che, in buona sostanza, ha sostituito la tassa precedentemente in vigore. L’IMU, abbreviativo di Imposta Municipale Propria, è una tassa di tipo patrimoniale, che viene calcolata sulla componente immobiliare del patrimonio.

IMU: in quali casi si paga anche se l’abitazione è considerata “prima casa”?

In molti, sino ad oggi, hanno spesso associato l’IMU alla TASI: da quest’anno però, grazie ad una modifica intervenuta nella legge di bilancio 2020, resterà in vigore solo la prima. Quando si parla di questa imposta, è molto importante disporre di tutti gli elementi necessari per capire, compiutamente, quanto essa possa pesare sulle tasche di ciascuno di noi. Le informazioni per consultare la rendita catastale si possono trovare sul sito che si occupa della casa: Likecasa.it.

Un aspetto molto importante, però, è quella di sapere, con precisione, quali siano le categorie catastali assoggettate al pagamento dell’IMU. La classificazione si rende necessaria per calcolare la tassazione sugli immobili che incide sul reddito ai fini IRPEF e addizionali IRPEF, nonché – oltra all’IMU – anche in caso di compravendita degli immobili, donazioni e successioni.

Il primo passo da compiere ai fini del calcolo dell’IMU, è individuare a quali delle cinque categorie appartiene l’immobile: A, B, C, D, destinazione speciale E, destinazione particolare F. Secondo la normativa vigente, l’IMU sulla prima casa si paga solo ed esclusivamente se l’abitazione è considerata di lusso e rientra, di conseguenza, nelle seguenti categorie: A/1 (casa signorile);  A/8 (ville); A/9 (castelli). Non sono pochi i soggetti politici che invocano, a gran voce, l’inclusione anche della categoria A/7, ossia le villette, che al momento, però, sono escluse del pagamento dell’IMU sulla prima casa.

È molto importante sottolineare, che qualora i componenti di un nucleo familiare abbiano stabilito la residenza in diversi immobili siti nello stesso comune, l’esenzione IMU sulla prima casa può essere riconosciuta su un solo immobile: gli altri, indipendentemente che rientrino o meno nelle categorie sopracitate, saranno colpiti dall’imposta.

Occhio alle pertinenze: in quali casi si paga l’IMU?

Un aspetto, poi, da tenere in grande considerazione, riguardano le pertinenze della prima casa. L’esenzione IMU sulla prima casa, infatti, prevede sino ad un numero massimo di tre pertinenze, una ciascuna per le sole tre categorie esentabili: C/2 (soffitte e cantine, ovvero magazzini e locali di deposito); C/6 (box e posti auto garage); C/7 (tettoie chiuse od aperte).

In base a queste classificazioni si può evincere, ad esempio, che chi disponesse di due o più cantine beneficia dell’esenzione IMU solo per una di esse, mentre chi possiede un garage ed uno scantinato – essendo classificati in categorie differenti – avrà accesso alla completa e totale esenzione.

Esistono anche delle eccezioni, che consentono ad alcuni immobili, pur non rientrando nella cosiddetta sfera dalla “prima casa”, di beneficiare dell’esenzione. Nell’elenco sono compresi: immobili destinati ad alloggi sociali; la casa coniugale assegnata ad uno dei due coniugi a seguito di provvedimento di separazione legale o scioglimento degli effetti civili del matrimonio; gli immobili posseduti e non affittati a personale in capo a forze dell’ordine, vigili urbani o prefetture, per i quali non è richiesta come condizione la dimora abituale e della residenza anagrafica; gli immobili posseduti da italiani residenti all’estero, a patto che gli stessi siano iscritti all’AIRE e percepiscono una pensione nei paesi di residenza, oltre a non aver affittato o concesso in comodato d’uso gratuito l’immobile; le abitazioni di persone anziane o con disabilità ospitate in ricoveri o case di cura, a patto che l’immobile non sia concesso in locazione.

Redazione Avatar

Redazione