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Massimo Bossetti condannato all’ergastolo in secondo grado: le lacrime dopo la sentenza

Da Redazione

Luglio 18, 2017

Massimo Bossetti condannato all’ergastolo in secondo grado: le lacrime dopo la sentenza
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Fine pena mai per Massimo Bossetti. Dopo 15 ore di camera di consiglio i giudici hanno emesso il verdetto

I legali di Bossetti sono rimasti senza parole, come riporta RaiNews si sono limitati a dire che “siamo di fronte a un clamoroso errore giudiziario, si è assistito a una sconfitta del diritto”. Il muratore di Mapello è stato condannato all’ergastolo anche in secondo grado. Massimo Bossetti ha accolto la decisione dei giudici tra le lacrime. I genitori della tredicenne, come sempre si sono mostrati molto sobri, mentre la parte civile esulta perchè “giustizia è stata fatta”. Sono servite 15 ore di camera di consiglio per giungere a questa decisione, molte di più del primo grado.

Per i giudici della corte d’assise d’appello di Brescia non ci sono dubbi, Massimo Bossetti è l’assassino di Yara Gambirasio. L’uomo che non si è mai fatto interrogare e si è sempre dichiarato innocente, ha rilasciato alcune dichiarazioni spontanee che non hanno cambiato la decisione dei giudici. Schiacciante la prova del Dna anche se la difesa di Bossetti aveva chiesto una nuova perizia che non è stata concessa. Dopo la lettura della sentenza lacrime amare anche per Marita Comi ed Ester Zuffi, madre e moglie di Massimo Bossetti.

Delitto Yara Gambirasio: è il più grande errore giudiziario della storia italiana?

La conferma all’ergastolo in secondo grado per Massimo Bossetti in carcere da tre anni ha suscitato numerose polemiche. Come abbiamo già detto ieri non vogliamo schierarci, ci atteniamo alle decisioni dei giudici, anche perché in questi casi è molto facile essere fraintesi. Ci limitiamo a riportare solo la cronaca della giornata di ieri. Anche per Massimo Bossetti la condanna sarebbe stata il “più grande errore giudiziario di tutta la storia”, ai giudici aveva detto: «C’era necessità di scomodare un immenso esercito e umiliarmi davanti ai miei figli e al mondo intero?». Contro di lui altri indizi che fanno da corollario alla prova regina del Dna: le immagini del furgone vicino alla palestra dove si allenava Yara Gambirasio, le fibre tessili trovate sul corpo della vittima compatibili con quelle del mezzo del muratore, il rientro a casa in un orario diverso da quello solito (come si evince da alcune intercettazioni). I giudici di secondo grado non hanno creduto alla storia del buon padre di famiglia, e hanno confermato la condanna all’ergastolo per Massimo Bossetti. Per il pg Martani il muratore “non era insensibile al fascino delle ragazzine tredicenni”, la conferma nelle immagini trovate sul computer. Sempre per il pg “non è inverosimile che l’imputato possa avere tentato un approccio sessuale con Yara”, ma la verità la conosce solo Bossetti che ha deciso di non parlare.

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