Gli studenti alla disperata ricerca per scovare lavoro prima degli altri? La possibilità c’è e si crea con l’Erasmus. Questo è quanto riporta una ricerca condotta dall’Agenzia nazionale Erasmus+ Indire, con il supporto dell’Istituto Piepoli.
L’Erasmus, chance alla portata di tutti
Ma, oltre a quelli che sono gli aspetti lavorativi, i benefici dell’Erasmus si avvertono di gran lunga anche sulla formazione in generale. Le attività svolte riempiono alla meglio le aspettative. Così, il 98% degli studenti partiti per studiare in un’università straniera, dice di aver raggiunto gli scopi personali di apprendimento. Uno degli elementi più apprezzati è la possibilità di assimilare quelle competenze che nel proprio ateneo non si sarebbero potute apprendere. Convinzione che unisce il 93% degli intervistati, e che riguardano in primis l’approfondimento della lingua del Paese ospitante, seguito dalla conoscenza di nuovi metodi di studio e dalla creazione di relazioni con altre realtà e culture.
Erasmus ed estero, un modo di accrescere competenze di base
Appare dunque evidente come l’Erasmus aiuti a sviluppare anche le cosiddette soft skills, quelle abilità che offrono una marcia in più nella ricerca di un lavoro. Almeno la visione dei ragazzi è questa. Non a caso gli ex studenti Erasmus dichiarano che l’esperienza di studio all’estero sia stata decisiva al 97% nella messa a punto delle capacità di problem solving.
La mobilità universitaria dunque ha un ruolo fondamentale per una percentuale pari al 90%, anche nell’acquisizione delle capacità di analisi (tra gli altri il dato è solo del 72%). Nella stessa misura (90%) l’Erasmus influenza pure la gestione dei propri impegni (solo il 73% dei ‘non mobili’ pensa che sia utile in questo senso) e insegna a partecipare a tipi di lavoro in team: per chi è partito il peso dell’Erasmus su questa skill raggiunge quasi l’88% contro l’83% degli altri.