Svizzera, hotel obbliga gli ebrei a farsi la doccia prima della piscina
Da Redazione
Agosto 16, 2017
Israele chiede scuse ufficiali del governo elvetico e chiusura della struttura alberghiera
Attacco antisemita o richiesta stupida e maleducata? Chissà, ma gli avvisi di un albergo svizzero hanno provocato un vero e proprio incidente diplomatico tra la Confederazione Elvetica e Israele, per una serie di cartelli che chiedevano alla clientela ebraica di voler cortesemente fare la doccia prima di entrare in piscina. I manifesti sono stati fotografati da un cliente e postati sui social network, innescando una polemica.
Il viceministro israeliano Tzipi Hotovely pretende le scuse ufficiali della Svizzera per questo atto antisemita, ma nonostante il comportamento dell’hotel svizzero, il ministro degli Esteri elvetico ha ribadito che la nazione condanna razzismo, antisemitismo e discriminazione. In realtà, le scuse della direttrice dell’Hotel Aparthaus Paradies nel villaggio di Arosa, nelle Alpi Svizzere, sono arrivate nell’immediato. Si tratta di una struttura alberghiera che da anni ha una clientela di ebrei provenienti da Regno Unito, Stati Uniti ed Israele. Gli avvisi sono stati rimossi, anche se non c’era nessun fine antisemita.
Ebrei discriminati in hotel in Svizzera
Secondo la direttrice, gli avvisi affissi all’ingresso dell’area benessere sono stati scritti con ingenuità, in quanto alcuni clienti si sono lamentati che alcuni clienti ebrei non facessero la doccia prima di immergersi nella piscina e, incalzata dalle proteste del resto della clientela, ha scritto questi avvisi senza pensarci. L’avviso recitava testualmente: “Ai nostri clienti ebrei, donne, uomini e bambini, Vi chiediamo di fare la doccia prima e dopo il bagno. Se non si seguite questa regola, saremo costretti ad escludervi dalla piscina. Grazie per la vostra comprensione”. Ma anche nella zona cucine pare ci fosse un cartello simile, qualcosa riferito agli alimenti kosher: “Ai nostri clienti ebrei: è possibile accedere al congelatore nelle fasce orarie 10 -11.00 e 16.30-17.30. Speriamo comprendiate che il nostro team non ama essere disturbato continuamente”. E questa ingenuità rischia di essere uan tragedia, visto che il Centro Simon Wiesenthal ha chiesto di chiudere l’hotel dell’odio e cancellarlo da Booking.com
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