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Analfabeti funzionali: l’Italia classificata ai primi posti

Da Redazione

Marzo 26, 2018

Analfabeti funzionali: l’Italia classificata ai primi posti
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Secondo un recente studio di cui ha parlato Info Data, ha stilato una lista delle percentuali di analfabeti funzionali nei vari stati del mondo.

Dalla ricerca è stato messo in evidenza che il dato preoccupante regala i primati dell’Italia, che si è classificata in quarta posizione a livello mondiale per numero di analfabeti funzionali, dietro soltanto a Giacarta, Cile e Turchia.

Se i numeri della capitale dell’Indonesia (7 persone su 10 rientrano nella categoria di analfabeti funzionali) restano ben lontani, quando si mette a confronto l’Italia coi vicini stati europei il discorso cambia completamente.

Analfabeti funzionali: l’Italia al quarto posto

In Italia, gli analfabeti funzionali sono il 28% della popolazione totale. Il maggior numero si concentra al Sud e nelle aree del Nord-ovest, mentre tengono testa il Nord-est, il Centro e le Isole. Con la stessa percentuale critica vive anche la Spagna (sesta), mentre la Grecia e la Slovenia provano a difendersi, certo meglio dell’Italia (27% e 25% rispettivamente).

Tra le prime dieci nazioni al mondo con il maggior numero di analfabeti funzionali c’è anche la Francia (22 per cento). Le migliori sono le nazioni del Nord Europa. La migliore è la Finlandia (11 per cento), subito dopo a ruota da Norvegia (12 per cento, la stessa percentuale dei Paesi Bassi) e Svezia (13 per cento).

Ma cos’è l’analfabetismo funzionale?

Gli analfabeti funzionali sono quelle persone che sanno leggere e scrivere ma che non riescono ad elaborare un pensiero critico e hanno difficoltà a capire testi semplici, come ad esempio le istruzioni di montaggio di un oggetto da poco acquistato.

In Italia, i profili degli analfabeti funzionali sono legati soprattutto a fasce di età che vanno sopra i 55 (pensionati) anni, e ai giovani che hanno smesso di studiare e che non cercano più un lavoro.

Il problema è grave perché influenza in modo specifico nel mondo del lavoro, non avendo questi le giuste competenze per entrare in un mondo lavorativo dove si richiedono stanard sempre più alti e concorrenziali.

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